La consigliera di minoranza in Comune a Cuneo, Mavy Civallero (SìAmo Cuneo), segnala lo stato di grave degrado, abbandono e mancanza di sicurezza intorno al Centro di accoglienza notturno gestito dalla Croce Rossa in via Bongioanni, con ingresso degli ospiti dalle 20.15 alle 21.30 di sera e uscita alle 7.45 del mattino dopo. “Quanti attendono di entrare nella struttura - dice Civallero - sono, ogni giorno, sempre di più e i locali non riescono a ospitarli tutti, generando assembramenti sui marciapiedi, litigi e bivacchi a cielo aperto tra il parco giochi di corso Galileo Ferraris, le scale della Scuola Media o le portine dei palazzi. Rendendo difficile la vita dei residenti. Non ce l’abbiamo con queste persone, ma, a oggi, la situazione sta peggiorando ulteriormente a vista d’occhio, diventando insostenibile per chi vive nella zona e per chi la frequenta. Un’area che, oltre a essere residenziale, è il centro di un importante Polo scolastico e sportivo, frequentato, quindi, da famiglie e bambini. I cittadini si sentono abbandonati dalle Istituzioni”.
La consigliera chiede alla Giunta “quali sono i tempi e le misure che intende adottare per risolvere il problema alla radice, permettendo alla zona di tornare a essere sicura e vivibile. E se c’è la possibilità di cercare un altro edificio più capiente nella periferia di Cuneo per ospitare il Centro di accoglienza”.

(La consigliera Mavy Civallero)
Cosa risponde l’assessore Paola Olivero
A rispondere alla consigliera Civallero è l’assessore alle Politiche Sociali, Paola Olivero. “Per quanto riguarda l’occupazione della struttura - sottolinea - gestita dalla Croce Rossa su base volontaria e finanziata dal Comune, il report settimanale dell’organizzazione umanitaria ci dice che sui 55 posti disponibili mediamente ne vengono utilizzati 53. Quindi, sono sufficienti. Poi, può succedere che ci siano dei momenti nei quali più persone si fermino fuori dai locali in attesa di poter entrare. Oppure anche che alcune di loro vengano allontanate per i comportamenti non corretti tenuti all’interno del Centro”.

(Paola Olivero)
Progetti futuri sulla struttura? “Spostarla non è possibile, in quanto non abbiamo altri locali disponibili e poi perché l’accoglienza va fatta in spazi nel centro cittadino, vicino agli altri servizi e facili da trovare per le persone in condizioni di marginalità. Questo proprio per evitare la loro permanenza in strada. Visto, però, che alcuni posti del Centro sono in capo alla Prefettura per le emergenze, a partire da questo mese di novembre e nella stagione invernale più problematica sul fronte dell’accoglienza, le disponibilità sono aumentate a 64 letti. Inoltre, è previsto di spostare l’ingresso lungo via Gobetti alleggerendo l’area di via Bongioanni. E poi si sta studiando, però non è facile, la possibilità di creare un’area di accoglienza interna nel cortile per consentire a chi arriva prima di poter accedere”.
Ma non solo. “Il prossimo anno, con risorse del Pnrr, Consorzio Socio Assistenziale e Comune, realizzeranno, accanto al dormitorio, un Centro dotato di blocco docce, servizi igienici, lavanderia a gettoni, due camere con bagni privati per ospitare le persone senza fissa dimora che, dimesse dall’Ospedale, non hanno un luogo protetto dove andare e un’area per i colloqui degli operatori sociali. In più, si sta lavorando con l’Asl per avere nel locale un presidio sanitario. Sono spazi che vanno ad aggiungersi alla struttura notturna, dando così risposte concrete alle situazioni di marginalità durante il giorno”.
Infine? “Nel fabbricato vicino dell’ex Caserma Piglione sta andando avanti il cantiere, con fondi Pnrr, con il quale è prevista la costruzione di 32 nuovi alloggi destinati a fasce diverse della popolazione. Anche questo aiuterà a ristabilire un certo equilibrio nel quartiere”.
L’accoglienza sul territorio comunale
Conclude l’assessore Olivero: “Sul territorio comunale, grazie alla collaborazione di Enti, Associazioni e Caritas, le persone accolte nei dormitori ogni notte sono quasi 400. Proviamo a immaginare cosa sarebbe la nostra città, se queste persone non avessero dei luoghi in cui essere ospitate e dovessero stare in strada. Forse non ci ricordiamo più cosa voleva dire e quali conseguenze aveva, alcuni anni fa, l’emergenza freddo se non era gestita. E poi, adesso, l’accoglienza viene effettuata tutto l’anno, non solo nel periodo invernale”.






