Nella intensa rassegna che Monteu Roero sta dedicando in questi giorni al Tartufo Bianco d’Alba "delle Rocche" un posto speciale spetta alla figura del cavaliere Roberto Ponzio. Alla memoria del "Re dei Tartufi", secondo il titolo che il noto commerciante albese nato nel 1923 e scomparso nel 2008 si era guadagnato sul campo promuovendo tra i primi il Mercato Mondiale allestito nel cortile della Maddalena (a lui è intitolata la galleria nella quale questo ha mosso i primi passi) e per molte altre iniziative (tra queste l’abitudine di inviare preziose e profumate pepite a personaggi quali la regina Elisabetta, il presidente De Gaulle, Jacqueline Kennedy, i presidenti Usa Johnson e Nixon), verrà infatti intitolata una tartufaia da oltre 5mila metri in località Rivetto.

Tale assegnazione avverrà tramite una cerimonia in programma per le ore 14.30 di domani, sabato 29 novembre. A volerla l’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Paolo Rosso e l’Associazione Tartufai "Rocche del Roero", intenzionati a celebrare la figura di Roberto Ponzio, centrale nel lavoro di promozione del Tartufo Bianco d’Alba nel mondo, seguendo in tal modo l’esempio di quanto già fatto con analoghe iniziative assunte dal 2017 in avanti a Santo Stefano Roero, Mombercelli (nell’Astigiano), Piobesi d’Alba e in ultimo a Barbaresco.
"La decisione di diversi comuni di ricordare in questo modo la figura di mio padre non solo dimostra da parte loro una spiccata sensibilità ambientale, ma testimonia un positivo rifiuto al selvaggio disboscamento che ha afflitto il nostro territorio degli ultimi decenti", spiega oggi il figlio del commerciante originario di Neive, l’avvocato Roberto Ponzio, ringraziando per l’iniziativa e sottolineando la particolare attenzione al tema del rispetto ambientale sempre tenuta dal padre, in questo antesignano dell’odierno concetto di sostenibilità.
"Il calo nella produzione di Tuber Magnatum Pico registrata negli ultimi anni è sotto gli occhi di tutti – prosegue il legale –. Il problema è che ci sono pochi tartufi perché ci sono pochi alberi, ormai. Quelli che c’erano sono stati selvaggiamente abbattuti. Il poco rimasto è inquinato da pesticidi e anticrittogamici, mentre il danno finale è quello apportato da tartufai che vanno a raccogliere senza cane, zappando selvaggiamente e così distruggendo il delicato ambiente nel quale il fungo ipogeo dovrebbe crescere. Davvero stupisce non siano mai stati sanzionati".
Una delicata simbiosi, quella tra alberi e diamanti grigi, che era già stata al centro del confronto tenuto nei giorni scorsi in un’altra partecipata manifestazione, la fiera di Vezza d’Alba, dove il legale è stato chiamato a portare la propria esperienza in merito al rapporto tra raccolta e diritti dei proprietari, e conseguentemente alla possibile qualificazione di questo frutto della terra quale prodotto agricolo. Una diatriba annosa, che fu già al centro della petizione che l’avvocato Ponzio presentò all’Unione Europea nel 2014, vincendo quella battaglia legale nell’interesse di Associazione Commercianti Albesi, Centro Nazionale Studi Tartufo e Comune di Alba.

[La tartufaia di Mombercelli]





