Riceviamo e pubblichiamo:
"Egregio direttore,
è deprimente vedere ancora oggi contestata la realizzazione con motivazioni ideologiche dell’autostrada Asti-Cuneo.
Dopo 40 anni dalla presentazione delle prime indicazioni del progetto a Borgo San Dalmazzo il 3 dicembre 1985, dopo 27 governi, dopo 11 presidenze della Provincia, dopo 12 presidenti di Giunta regionale del Piemonte è in discussione l’annuncio della sua apertura definitiva, c’è chi preconizza già un «flagello», che sono necessari altri due anni di lavori per le opere complementari per verificare se il gioco ne è valsa la candela; v’è chi denuncia che sia stato messo a tacere ogni dissenso e ogni proposta di miglioramento del percorso.
In definitiva c’è chi la considera soltanto «una striscia d’asfalto che collega Asti a Cuneo e che non sarà di grande aiuto per i pendolari» e addirittura «una profonda ferita ad un territorio patrimonio dell’umanità».
È la riproposizione delle polemiche di trent’anni fa. A quel tempo erano soprattutto ambientalisti, verdi, Rifondazione comunista che contestavano costantemente con conferenze stampa, denunce, comunicati per avvertire che autostrade e trafori servivano solo agli speculatori per fare affari, che i progetti erano tutti sbagliati, che la popolazione avrebbe ricevuto solo danni dalla realizzazione di queste opere.
A loro rispondeva decisamente nel 1997, con un manifesto pubblico, il Comitato di Monitoraggio per la realizzazione dell’autostrada Asti-Cuneo in rappresentanza dei 114 Comuni astigiani e cuneesi aderenti, nonché i maggiori Comuni del cuneese, le organizzazioni sindacali e le associazioni di categoria: 'I cittadini non vogliono più sentire parlare di contenziosi, di cavilli e di tortuosi percorsi burocratici. Pretendono la realizzazione dell’autostrada necessaria alla sicurezza del traffico ed allo sviluppo economico'.
Com’è distante e diversa la visione dei pionieri e degli artefici, come sono dispersi i loro progetti, i loro obiettivi e le loro speranze. Vale la pena di leggere la sintesi di una lunga incredibile storia, quale risulta da una serie di dichiarazioni autorevoli e ufficiali.
'L’asse Asti-Alba-Fossano-Cuneo è la direttrice principale per i collegamenti del Sud Piemonte con Torino e l’Italia settentrionale. Un ruolo riconosciuto dallo stesso Piano regionale dei Trasporti e che può avere un ulteriore sviluppo in un contesto internazionale, che potrebbe concretizzarsi con la costruzione del Traforo del Ciriegia, già progettato e studiato a livello regionale e nazionale.' (dott. Elio Borgogno, presidente Satap, 1985)
'Tutti gli operatori che io rappresento, dagli industriali agli artigiani, agli agricoltori, sono fortemente convinti sulla necessità di portare avanti questo progetto basilare. Esso può rappresentare il propulsore per tutta l’economia della Granda e non vogliamo certamente perdere ulteriormente questo treno'. (dott. Giacomo Oddero, presidente Camera di Commercio, 1985) .
'L’idea di realizzare questo tratto autostradale s’inquadra, tra l’altro, nell’ottica di un potenziamento generale dell’asse Milano-Cuneo per facilitare le vie di comunicazione con la Francia attraverso il Colle di Tenda e, inoltre, la Riviera di Ponente, e in modo particolare la provincia di Imperia fino ad oggi piuttosto isolata da tutta l’area del Piemonte meridionale'. ( Guglielmo Tovo, presidente Provincia Asti, 1985).
'Il nostro problema reale, sollevato dall’Unione Industriale, dagli operatori commerciali, dagli operatori agricoli, dagli artigiani è il collegamento con l’asse padano, non con la Torino-Savona'. (Guido Bonino, presidente Provincia di Cuneo, 1986).
'Bisognerà fare uno sforzo mentale per collegare questo evento con una dinamica di livello europeo. Noi dobbiamo puntare a realizzare quella direttrice europea che è denominata E 72, e cioè dobbiamo compenetrare questa grossa possibilità con le nostre esigenze dell’economia provinciale'. ( prof. Pier Giorgio Pagano, assessore provinciale alle Infrastrutture, 1986).
'L’autostrada è un fatto economico, un investimento alla lunga redditizio. Certamente, in tema di preservazione ambientale, ci faranno molto penare. Ma se si ricomincia ogni volta da capo, a ridiscutere il discusso, temo che molte fasce programmatiche in materia di comunicazioni sfileranno prima che il nostro sempre più tragico isolamento sia sbloccato'. (on. Adolfo Sarti, 1986).
'È in atto uno sforzo teso a realizzare un’asta di area unica da Asti, passando per Cuneo, fino ai confini con la Francia e oltre. La filosofia dell’opera nel suo insieme è il collegamento della Pianura padana con la Francia e la Spagna. Questo presuppone che ci sia un innesto che partendo da Asti, attraverso la Torino-Piacenza e la Torino-Savona sia collegato alla rete autostradale italiana da un lato, e dall’altro si agganci alla rete autostradale d’oltralpe'. ( avv. Giuseppe Giordana, segretario provinciale D.C. Cuneo, 1991).
'Quello dell’Ambiente è certamente un Ministero posto a tutela, nel suo complesso, di valori ambientali della collettività. Ma questi valori vanno sempre comparati con altri valori fondamentali'. ( on. Ettore Paganelli. 1992).
Evento storico il 6 novembre 1994: il Consiglio dei Ministri presieduto dall’on. Silvio Berlusconi, approva il progetto relativo alla realizzazione del collegamento autostradale A6 Massimini-Cuneo. 'Se la Cuneo-Massimini è intesa come primo segmento dell’ipotetica autostrada europea Francia-traforo alpino-Cuneo-Acqui Terme-Predosa, Massimini è sulla sua direttrice. Se invece si esclude la funzione di raccordo o quella di primo tratto dell’autostrada Nord-Sud, Est-Ovest, che unisca la Penisola iberica ai Balcani, la Cuneo-Massimini non ha senso'. (sen. Natale Carlotto, 1997).
In data 28 agosto 2001 il presidente della Provincia di Cuneo Giovanni Quaglia invia al Ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi una lettera che riassume lo stato dei lavori sull’autostrada: 'Occorre considerare che la Asti-Cuneo non potrà ritenersi completa e pienamente funzionale se non verranno realizzate opere complementari di grande rilevanza, quali la circonvallazione Ovest di Cuneo, il ponte sullo Stura tra la circonvallazione attuale di Fossano e il casello di Sant’Albano, e la circonvallazione Est di Asti'.
Il 7 febbraio 2002 il prof. Franco Revelli, presidente della Sitraci, vicepresidente della Provincia di Cuneo e capo della delegazione cuneese per la Conferenza dei Servizi a Roma, comunica: 'Il completamento dell’iter autorizzativo dell’intero tratto della Cuneo-Asti è un traguardo storico. Dietro a questo risultato ci sono oltre vent’anni di impegni e di sacrifici degli amministratori della Granda. L’obiettivo raggiunto dimostra che l’unità d’azione dei vari enti porta inevitabilmente a risultati positivi'.
Il 29 luglio 2005 viene inaugurato il primo tratto autostradale Massimini-S. Albano Stura: sono due lotti, per appena 11 kilometri ma è un risultato di alto valore simbolico. Il Viceministro alle Infrastrutture Ugo Martinat dichiara: 'È necessario impegnarsi per la futura realizzazione e del traforo transalpino del Mercantour per il collegamento di Cuneo con Nizza, per rompere definitivamente l’isolamento della provincia di Cuneo e per lo sviluppo con la TAV ferroviaria Torino-Lione dell’intero Piemonte nell’interesse nazionale'.
'L’Asti-Cuneo è un’opera assolutamente strategica'. (dott. Vincenzo Pozzi, presidente dell’Anas, 2005).
'La posizione decentrata del nostro territorio ci ha posto lontani dal crocevia degli scambi internazionali. È giunto il momento di colmare questo «gap» ed inserirci al più presto sulle grandi rotte dei collegamenti viari'. ( on. Raffaele Costa, presidente Provincia di Cuneo, 2010).
'Cuneo da «provincia di frontiera» è diventata «cerniera» di collegamento europea. In questo nuovo quadro rientra la costruzione dell’asse autostradale Asti-Cuneo, che si sostanzia nei riferimenti programmatici'. (dott. Ambrogio Invernizzi, assessore provinciale ai Trasporti, 2010).
Da allora è storia di ordinaria follia cuneese; è storia del sistema di governo italiano. Come e quando l’autostrada finirà, in realtà?
Distintamente,
ex consigliere provinciale Paolo Chiarenza"





