Attualità - 15 dicembre 2025, 15:43

Saluzzo: in 200 al presidio del 13 dicembre per dire "no" al biodigestore di Ruata Eandi [FOTO]

"Il progetto comprometterebbe 15 giornate piemontesi di terreno agricolo nel mezzo della campagna saluzzese, in un'area a vocazione frutticola"

Ruata Eandi, Saluzzo il presidio pubblico del no a biogestore

Ruata Eandi, Saluzzo il presidio pubblico del no a biogestore

"Proteggiamo la campagna, no all'area industriale".

"Non chiamiamolo green se rovina la campagna"

Interventi, considerazioni e slogan a grandi lettere sugli striscioni e manifesti a perorare la causa del “no” al biodigestore in località Ruata Eandi, nella campagna tra Saluzzo e Scarnafigi. 

Erano tanti, circa 200, nella storica cascina Merlino per il presidio pubblico, sostenuto dall’Amministrazione e indetto sabato 13 dicembre dal Comitato nato spontaneamente tra i residenti della frazione.

I tre giovani referenti del gruppo, gli imprenditori agricoli Bruno Franco e Alberto Mattio, insieme all'ingegnere Nicolò Rivero, hanno argomentato le ragioni dell'opposizione e i timori riguardo alla realizzazione di un impianto industriale di biometano e biogas da parte dell’azienda genovese Aky Biomethane. Un progetto che comprometterebbe 60mila metri quadri, ovvero 15 giornate piemontesi di terreno agricolo, nel mezzo della campagna saluzzese, in un'area a vocazione frutticola, come sostengono i referenti.

"L'agricoltura guarda ai biodigestori con approccio positivo se questi sono funzionali all'attività agricola locale. Ma non sembra questo il caso". 

Con dati alla mano hanno voluto rendere idea delle dimensioni e dell'impatto nell'area. Sono 5 digestori di 7 metri di altezza e 26 di diametro, 3 vasche larghe 30 metri, trincee di stoccaggio lunghe 110 metri, larghe 20 e alte 5 metri, senza contare le strutture annesse. All’interno, complessivamente 28 tonnellate di gas infiammabile stoccato nelle cisterne: per funzionare a regime occorreranno 120mila tonnellate annue di reflui, anche se al momento è stata chiesta dalla multinazionale l'autorizzazione solo per il funzionamento al 60% della capacità dell'impianto.

"Ma il biodigestore è dimensionato per l'obiettivo del 100%. Rispetto ai dati in progetto ci sarà un aumento e un aggravio ulteriore in termini di traffico di camion e trattori.  E tutto questo sorgerebbe ad appena 170 metri dalla cascina più vicina, a 400 metri dal centro di  Ruata Eandi e a 1.200 metri dalla periferia di Saluzzo".

</figure>"Continueremo a dire 'no' a questo progetto", ha asserito il sindaco di Saluzzo Franco Demaria, intervenuto al presidio con la vicesindaca Francesca Neberti, la giunta e una buona parte del gruppo di maggioranza. Presente anche il consigliere regionale Mauro Calderoni, già sindaco della città per due mandati: “Ci siamo sempre opposti a queste speculazioni che nulla hanno a che fare con la vera agricoltura”. 

Oltre ai molti cittadini e alle autorità citate sopra, presenti all'incontro anche i rappresentanti di Legambiente, i consigliere di opposizione, tra i quali Giovanni Damiano, il sindaco di Savigliano, Antonello Portera, intervenuto sull'aggravio della già problematica viabilità Saluzzo- Savigliano, mentre non hanno partecipato i rappresentanti della Provincia, dove l’approvazione del progetto è al vaglio della Conferenza dei Servizi.

Il Comitato di Ruata Eandi  ha richiesto oggi un incontro all’Ente provinciale della Granda.

VB

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