Attualità - 16 dicembre 2025, 12:57

Palestina, avviato il cantiere della scuola di Khallet Taha: un sogno nato dalla solidarietà cuneese

Il progetto "Juzoor" ha raccolto oltre 103mila euro grazie a 447 donatori, in gran parte dalla provincia di Cuneo. La ONG salesiana VIS coordina i lavori nel villaggio sotto occupazione a sud di Hebron. Obiettivo: raggiungere 120mila euro per completare l'area giochi e i servizi di supporto

Palestina, avviato il cantiere della scuola di Khallet Taha: un sogno nato dalla solidarietà cuneese

Un sogno condiviso sta diventando realtà: da aprile 2025 ad oggi centinaia di persone, famiglie, scuole, associazioni, aziende e comunità, molte delle quali della provincia di Cuneo, hanno dato vita a una mobilitazione straordinaria per costruire una scuola nel villaggio palestinese di Khallet Taha, nell'ambito del progetto "Juzoor – Radici per il futuro. Una scuola per la libertà a Khallet Taha".

Il 26 novembre sono partiti ufficialmente gli scavi del cantiere: un momento che segna l'inizio concreto della costruzione di un luogo di protezione ed educazione per centinaia di bambine e bambini che finora dovevano camminare per cinque chilometri per raggiungere la scuola più vicina al loro villaggio, un percorso lungo, ma soprattutto pericoloso a causa delle minacce e delle aggressioni da parte dei coloni.

La prima donazione risale all'11 aprile: 500 euro donati da una scuola primaria di Roreto di Cherasco, nelle immediate vicinanze di Bra, che ha scelto di sostenere una scuola primaria palestinese. Sono seguiti presidi, incontri, testimonianze, assemblee, iniziative spontanee di sensibilizzazione verso la situazione palestinese nel territorio di tutta la provincia di Cuneo e soprattutto una catena di solidarietà che non si è più fermata.

Il progetto "Juzoor – Radici per il futuro" nasce con un obiettivo chiaro: ricostruire comunità attraverso l'educazione, proteggere l'infanzia e generare resilienza. Una scuola non è solo un edificio: è uno spazio sicuro in un contesto segnato da anni di paura, è accesso alla libertà e agli strumenti del dialogo e del pensiero, è identità, dignità e radici. È un atto politico e umano che dice: "Anche qui il futuro è possibile".

Per la Scuola per la Libertà sono stati raccolti 103.603 euro grazie a 447 donatori. La maggior parte dei contributi proviene da donazioni fino a 100 euro (357 donazioni per un totale di 20.446 euro), seguite da 64 donazioni tra 101 e 500 euro (19.080 euro), 14 donazioni tra 501 e 1.000 euro (11.425 euro) e 12 donazioni oltre i 1.000 euro (53.990 euro).

Il cuore della raccolta è costituito dalla partecipazione popolare: l'80% del totale delle donazioni è stato fatto da famiglie, studenti, gruppi informali, associazioni e piccoli enti che si sono mobilitati mettendo insieme gesti quotidiani di solidarietà per trasformarli in una costruzione reale.

"Stiamo trasformando la terra in futuro rispettando le radici (in arabo Juzoor) del popolo palestinese", ha affermato Luigi Bisceglia, coordinatore per il Medio Oriente della ONG VIS, che monitora e segue il progetto direttamente in Palestina. "Abbiamo raccolto – prosegue Bisceglia – oltre 100.000 euro in pochi mesi, con il contributo di 447 donatori. Stiamo costruendo questa scuola tutti insieme. È un luogo voluto coralmente, che ridà voce alle bambine e ai bambini del villaggio di Khallet Taha e apre porte dove fino a ieri c'era solo il silenzio o il rumore assordante della devastazione. Ogni passo di questa costruzione è un atto di speranza e resistenza. Per alcuni bambini sarà la prima volta in cui potranno davvero vivere in serenità l'infanzia, apprendere e guardare avanti senza paura".

L'obiettivo iniziale di 90mila euro è stato superato, permettendo l'avvio dei lavori. Ma la visione non si ferma: ora la raccolta mira a raggiungere 120.000 euro per dotare la scuola di un'area verde con parco giochi, supporto psicologico strutturato, nuovi spazi educativi e cure pediatriche e di salute primaria per un sostegno completo all'infanzia.

La ricostruzione di questa scuola è solo il primo passo di un progetto più grande: generare libertà attraverso l'educazione, far crescere radici solide in un territorio ferito, offrire nuove opportunità e nuove strutture scolastiche nelle aree più vulnerabili.

Durante il 2026, quando termineranno i lavori di costruzione della scuola, verranno condivisi immagini, racconti, incontri con le famiglie e con i bambini che entreranno nella Scuola per la Libertà. Ogni donatore potrà vedere come il proprio gesto si trasforma – letteralmente – in muri, finestre, giochi e giardini, quaderni, sorrisi.

Gli enti promotori del progetto sono la Rete cuneese per la Palestina, la Scuola di Pace Toni Lucci di Bra, la Consulta Giovanile di Bra e la ONG salesiana VIS – Volontariato Internazionale per lo Sviluppo che, con il patrocinio della Città di Bra, hanno costruito una rete che ha coinvolto tante altre persone ed enti, tra i più diversi tra loro. Tra loro, un ruolo decisivo è quello di Luigi Bisceglia, coordinatore del VIS per il Medio Oriente, che coordina operativamente il progetto in loco ma soprattutto è un testimone della situazione in Palestina, dove vive da anni, e costruttore di pace e dialogo.

Questi promotori non hanno semplicemente sostenuto un progetto: lo hanno alimentato, condividendolo nei territori, trasformando sensibilità individuali in un movimento collettivo, facendo nascere una comunità di speranza. Hanno reso possibile ciò che sembrava impossibile: far camminare insieme scuole e associazioni, giovani e istituzioni, città e villaggi lontani migliaia di chilometri, fino a rendere concreta la costruzione della Scuola per la Libertà.

cs

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