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Politica | 28 novembre 2015, 09:40

#controcorrente: con la Marcia Globale per il Clima i cittadini si stanno rendendo consapevoli delle drammatiche condizioni del Pianeta

L’augurio è che i Capi di Stato e di Governo riuniti a Parigi assumano decisioni concrete per contenere l’aumento della temperatura terrestre al massimo di 2 gradi entro il 2050

#controcorrente: con la Marcia Globale per il Clima i cittadini si stanno rendendo consapevoli delle drammatiche condizioni del Pianeta

Domenica 29 novembre si svolge, in quasi 3000 città di tutti i Continenti (nella provincia “Granda” a Cuneo, Bra e Alba) la Marcia Globale per il Clima. Obiettivo? Sensibilizzare e sollecitare a prendere delle decisioni concrete i 147 Capi di Stato e di Governo del mondo e i loro delegati riuniti, a Parigi, dal 30 novembre all’11 dicembre, nella Conferenza promossa dall’Onu  proprio per discutere i provvedimenti necessari a limitare l’aumento drammatico del riscaldamento sul nostro Pianeta. Con una richiesta su tutte: il contenimento al massimo di 2 gradi della temperatura media entro il 2050. Come mai? Gli studiosi sono concordi nel sostenere che, senza azioni decise e drastiche di riduzione delle emissioni inquinanti in atmosfera, entro la fine del secolo i gradi in più sulla Terra potrebbero essere 4 o 5. Con conseguenze devastanti per il mondo e chi lo abita: dalla fusione dei ghiacciai all’innalzamento del livello del mare. Il climatologo Luca Mercalli ha detto di recente che “il 2014 è stato, dal punto di vista planetario, l’anno più caldo della storia e, purtroppo, il 2015, lo sta superando”. L’Italia, poi, si sta scaldando a una velocità doppia rispetto a quella dell’intero Pianeta: nel 2014, infatti, l’aumento della temperatura media è stato di 1,45 gradi rispetto al periodo 1971-2000 (fonte: Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima Cnr-Isac). Dunque, siamo di fronte a un bivio che riguarda tutti e dal quale dipende il futuro della Terra.

Negli ultimi decenni la mano dell’uomo ha colpito, violentato, distrutto, saccheggiato la Natura attraverso le cementificazioni invasive, il rilascio in atmosfera di gas tossici, l’interramento di materiali pericolosi, la produzione oltre ogni limite di rifiuti. E la Natura si è ribellata, provocando eventi meteorologici estremi, dissesti idrogeologici continui, malattie sempre nuove e difficili da curare. Sono fenomeni dei quali si sono ormai resi conto tutti i cittadini.  

Papa Francesco, nella Lettera enciclica sulla cura della casa comune “Laudato sì”, ha “condannato” con grande fermezza i disastri ecologici capaci di produrre povertà e discriminazioni economiche.  “Se teniamo conto del fatto - sottolinea il Santo Padre - che anche l’essere umano è una creatura di questo mondo, che ha diritto a vivere e a essere felice, e inoltre ha una speciale dignità, non possiamo tralasciare di considerare gli effetti del degrado ambientale, dell’attuale modello di sviluppo e della cultura dello scarto sulla vita delle persone”.

Soluzioni? Dice ancora Papa Francesco: “Un cambiamento negli stili di vita potrebbe arrivare a esercitare una sana pressione su coloro che detengono il potere politico, economico e sociale. E’ ciò che accade quando i movimenti dei consumatori riescono a far sì che si smetta di acquistare certi prodotti e così diventano efficaci per modificare il comportamento delle imprese, forzandole a considerare l’impatto ambientale e i modelli di produzione. Per questo oggi il tema del degrado ambientale chiama in causa i comportamenti di ognuno di noi”.

La mobilitazione del 29 novembre è forse la prima in cui i cittadini hanno veramente la consapevolezza di quanto stia accadendo al nostro Pianeta. L’augurio è che, poi, ci sia anche l’impegno di tutti nel compiere scelte capaci di ridurre i cambiamenti climatici. Serve una rivoluzione culturale e un energico cambio di mentalità da parte delle persone. Solo in questo modo le decisioni dei Capi di Stato e di Governo del mondo, ammesso che riescano a trovare un accordo, potranno tradursi in una loro attuazione pratica.     

#controcorrente

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