Politica - 16 novembre 2017, 17:03

"Il ricatto c'è stato, ecco tutta la verità": il sindaco di Ceva risponde alle accuse di Cajro

Il primo cittadino Alfredo Vizio torna sulla questione "Salgaim" e sul ribaltone amministrativo con cui è stata convertita la minoranza in maggioranza

Il palazzo comunale di Ceva

Il palazzo comunale di Ceva

Nella prima mattinata di ieri, mercoledì 15 novembre, riportavamo su queste colonne le dichiarazioni di Alberto Cajro, ex capogruppo della maggioranza consiliare di Ceva, in merito al caso "Salgaim" e alle vicende che hanno provocato il ribaltone amministrativo nella città del fungo (clicca qui per leggere la notizia).

Esternazioni contenenti chiari riferimenti al sindaco Alfredo Vizio, accusato di governare "con una mentalità medievale" e di aver fatto perdere al territorio "un investimento da 9 milioni di euro": parole che non hanno lasciato indifferente il primo cittadino, il quale ha voluto rispedire le accuse al mittente con una replica scritta, che vi proponiamo di seguito.

RICATTO - "Sul cambiamento di maggioranza in Comune, a seguito della vicenda Salgaim, con revoca delle deleghe a due assessori  e ai consiglieri della ex maggioranza, il tutto frettolosamente definito "ribaltone", va fatta un po' di chiarezza. Mi pare che si stia troppo in fretta dimenticando che all'origine di tutto c'è quello che è successo il 27 settembre scorso, quando l'allora capogruppo di maggioranza Alberto Cajro e altri 5 consiglieri comunali (di cui 2 assessori) hanno tentato di risolvere la questione della ditta veneta ponendo un chiaro ricatto al sindaco: "Se la Giunta non approva l'insediamento a Ceva della Salgaim, noi non verremo al Consiglio comunale" (già fissato per il 29 per alcuni adempimenti di legge), sperando così di farlo saltare e disinteressandosi degli effetti sul Comune".  

QUESTIONE MAGGIORANZA - "Se 6 consiglieri su 9 della maggioranza non concordano più con la linea del sindaco, hanno la possibilità di promuovere una mozione di sfiducia, come previsto dalla legge. Il metodo introdotto da Cajro , che potrebbe tenere sotto scacco l'amministrazione comunale sino al termine del mandato, è inaccettabile e difatti ha provocato una rottura insanabile, che ha portato alle loro dimissioni. Il sindaco, eletto direttamente dai cittadini, è garante dell'operato della maggioranza di fronte alla popolazione e la certezza che senza il consenso del sindaco non verrà mai autorizzato nulla che non sia nel pieno interesse per la città è la prima garanzia che i cittadini chiedono".    

CAMBIO DI MAGGIORANZA - "Restavano quindi solo due strade. Dimettermi, ed ero pronto a farlo, come ho affermato più volte in tempi non sospetti, con il conseguente commissariamento della città per oltre 10 mesi e tutto ciò che questa decisione avrebbe comportato, anche in termini negativi di immagine, oppure concordare una convergenza sui programmi con i 4 consiglieri di minoranza per proseguire l'amministrazione, come è avvenuto".

DITTA SALGAIM - "Ribadisco: queste lavorazioni sono classificate "insalubri" (non è una mia invenzione) e non vanno quindi collocate in mezzo ad altre aziende perché emettono odore (questo è assodato), in particolare durante la fase di "cottura", nonostante tutti gli adempimenti di legge quanto a valutazioni ambientali, autorizzazioni, eccetera. D'altronde, se lo stesso impianto della Salgaim a Campagna di Lupia, provincia di Venezia (dove lavorano lo stesso tipo di sottoprodotti animali previsto nell'insediamento a Ceva), si trova praticamente ai bordi della laguna, senza altre aziende intorno, ci sarà ben una ragione. I posti di lavoro ci interessano, eccome, ma dobbiamo anche salvaguardare quelli che ci sono già e non compromettere il futuro dell'area industriale per nuovi insediamenti".

VERIFICHE - "Non solo non ho mai impedito di fare verifiche, ma ho sollecitato più volte l'assessore all'Ambiente, schierato con Cajro a favore dell'insediamento della Salgaim, e poi dimessosi, affinché le facesse. Non ne ho avuto notizia".   

AZIENDA ALIMENTARE - "Il paragone poi con una famosa azienda alimentare della provincia (la "Ferrero" di Alba, ndr) è decisamente privo di ogni minimo fondamento. L'azienda dolciaria portata a paragone utilizza nocciole e cacao e produce cioccolato, mentre la produzione principale prevista dalla Salgaim a Ceva era "raccolta e lavorazione sottoprodotti della macellazione e loro trasformazione in prodotti per saponerie, industrie produttrici di mangimi e fertilizzanti" (riporto testualmente dalla documentazione inviata al Comune). Non è proprio la stessa cosa"

ONESTÀ INTELLETTUALE - "A proposito di onestà intellettuale e di memoria di ferro dei cebani per le prossime elezioni del 2019: credo che Cajro dovrebbe chiarire sin d'ora ai cittadini il significato della sua richiesta, avanzata proprio durante le discussioni sulla "questione Salgaim". Egli chiedeva che, prima del termine del mio mandato, venisse tolto dal piano regolatore il divieto di insediare nell'area industriale attività che trattano o utilizzano rifiuti. Sappiamo che alcuni tipi di impianti, compreso quello proposto dalla ditta Salgaim, possono essere trasformati, con tutte le autorizzazioni ambientali previste, per utilizzare rifiuti come materia prima da lavorare o come combustibile per produzione di energia. C'è già qualche idea al riguardo di cui non siamo ancora a conoscenza? Perché i cebani, che come dice Cajro hanno la memoria di ferro, certamente si ricordano di due precedenti tentativi, falliti, di insediare un termocombustore a rifiuti nell'area industriale. Voglio rassicurare, o deludere, dipende dai punti di vista, i cittadini: fino a quando sarò sindaco, nel piano regolatore resterà il divieto di trattare rifiuti nell'area industriale".

Alessandro Nidi

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