Attualità - 11 settembre 2010, 17:50

A Marene è nato un centro di aggregazione degli indiani Sikh

L'iniziativa ha avuto la totale disponibilità del sindaco e di tutto il consiglio comunale, oltre che del parroco

Immagine di repertorio.

Immagine di repertorio.

A 9 anni di distanza dal terribile attacco alle Torri Gemelle, a qualche giorno dall'invito, poi rientrato, di un pastore evangelista americano a dare fuoco al testo sacro dei musulmani, il Corano, suscitando polemiche e reazioni indignate a partire da quella della stessa Casa Bianca, fa ancora più notizia un'iniziativa, pur piccola, che va invece nel senso opposto, quello dell'integrazione e della convivenza, nel reciproco rispetto, tra culture.

La notizia arriva da Marene dove, da cinque settimane, ha aperto la sua sede l'associazione culturale "Gurdwasingh Sabha". Un nome impronunciabile per un luogo fisico definito: un edificio in via Pascheretto, in una zona un po' periferica del paese, al lato di un pilone votivo, dove fino a qualche tempo fa c'era un night club. Adesso, al posto del club, c'è un punto di ritrovo per gli indiani Sikh, quelli, per intendenderci, che portano il turbante. La loro storia religiosa è millenaria. Molti di loro vivono anche in Italia, e qualcuno anche nel cuneese, anche se nessuno a Marene, lavorando nelle campagne o nel comparto lattiero-caseario

L'iniziativa di dare vita all'associazione è partita da un illustre esponente di questo gruppo religioso: il vice sindaco e assessore alle Politiche Sociali del comune di Orbassano, la città di Sonia Gandhi, nel torinese. Vive in Italia dal 1968, è un ingegnere e in passato è stato anche dirigente in Fiat. Si chiama Avtar Singh Rana e, dell'italiana più potente del mondo, è anche amico personale. 

Tra gli scopi primari dell'associazine rientrano l'integrazione e il sostegno agli indiani Sikh della zona che ruota attorno a Marene, compreso il torinese, ma non solo. Perché tutti possono entrarvi, liberamente. L'associazione cerca di creare una rete tra le persone in modo che possano sentirsi meno sole e isolate e punta ad insegnare la cultura e la lingua italiana agli indiani che vivono nelle nostre zone. Perché senza conoscenza non c'è e non ci può essere integrazione.

Molto si deve anche al sindaco di Marene, Edoardo Pellissero, che però non vede nulla di straordinario in questa cosa. "Non è che abbiamo fatto molto - ci spiega. - L'unico merito che abbiamo è di aver cercato l'integrazione. Se non facciamo dei passi in questo senso, non andiamo da nessuna parte". E ci racconta di come sia nata tutta la vicenda: "Un po' di tempo fa sono venuti ad informarci della nascita di questa associazione. Sottolineo che non avevamo alcun potere di imperdirlo, nel senso che l'associazione è nata, ha trovato una sede e ha dato il via all'attività, così com'è nei suoi diritti. Hanno avuto, comunque, la delicatezza di avvisarci. Io ho radunato in modo informale il Consiglio e ne abbiamo parlato. Siamo stati tutti d'accordo sul dare il nostro placet, ponendo due condizioni: il rispetto della nostra cultura e della nostra religione e il rispetto delle norme di convivenza civile, quindi evitare schiamazzi o attività che arrechino disturbo in generale. Su questo abbiamo avuto la massima rassicurazione. Comunque non dovrebbero esserci problemi, anche perché gli incontri avvengono di domenica, in orario diurno. E in più, ho chiesto che questo luogo di incontro non diventi un ghetto, altrimenti sarebbe un'iniziativa sterile".

Per questo, nei prossimi mesi, quando l'associazione, che sta muovendo i primi passi, si sarà organizzata, verranno promossi incontri e iniziative che coinvolgano anche gli abitanti di Marene. Anche il parroco della Natività, don Efisio Edile, come ci spiega il sindaco Pellissero, non ha avuto nulla da obiettare a riguardo, dando il benvenuto alla nuova associazione.

Il vicesindaco Avtar Rana, al contrario di quanto detto da Pellissero, evidenzia, invece, quanto importante sia stato il ruolo proprio dell'amministrazione di Marene. Oltre che del parroco. "Voglio ringraziarli pubblicamente per quanto hanno fatto" - ha detto. La sede è ancora lontana dall'essere pronta: per adesso si sta pensando alle pulizie e all'allestimento, poi si inizieranno ad organizzare le attività e si allestirà un luogo di preghiera e meditazione. "Ci vorrà del tempo, anche perché le finanze sono poche e non vogliamo soldi pubblici - ha sottolineato Rana. - La maggior parte degli indiani sikh della zona lavora nei campi e non ha grandi possibilità economiche. Ora siamo in fase di rodaggio, ma sono estremamente motivato, perchè non vedo altre strade per ottenere l'integrazione e combattere l'isolamento di queste persone, che non sanno la lingua italiana e non conoscono nulla della cultura del paese in cui vivono. La conoscenza è l'unica strada per l'integrazione. E stiamo lavorando per questo. Il nostro spazio è aperto davvero a tutti". Rana ha nuovamente ringraziato la città di Marene e ha concluso: "Tocca a noi che veniamo ospitati darci da fare per dimostrare che siamo all'altezza della fiducia che ci hanno dato".

Barbara Simonelli

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