“In settimana avremo un quadro definitivo degli interventi ancora da fare e poi partiremo con i lavori. Buona parte dei quali dovranno obbligatoriamente concludersi prima della riapertura delle scuole del prossimo settembre. Il che, conoscendo i tempi della burocrazia, sarà certo un’impresa non facile, ma ce la dovremo fare comunque”.
A Consiglio Comunale concluso, il sindaco Mario Anselmo ha spiegato così la situazione attuale dell’edificio di via Roma che ospita l’Istituto Comprensivo “Don Milani”, finito pesantemente sotto accusa– con il sindaco stesso e la dirigente scolastica Leda Zocchi – per un lungo elenco di “gravi carenze” relative alle norme antincendio, fra le quali un intero impianto antincendio “inefficiente e sprovvisto di alimentazione/erogazione idrica”. Gravi carenze che implicheranno per il sindaco e la dirigente scolastica il “mettere mano al portafogli” per svariate migliaia di euro, dal momento che il verbale, alle pagine 6 e 7, parla apertamente e testualmente di “reati rilevati” (e, si dice, difficilmente contestabili) a carico sia dell’uno che dell’altra.
La storia era nata in seguito ad un’ispezione nelle scuole da parte del Comando Provinciale del Vigili del fuoco su incarico della Procura della Repubblica che stava a quell’epoca indagando sulla “scala maledetta” e non a norma con i requisiti richiesti in fatto di sicurezza.
Una scala realizzata male da un’impresa locale (probabilmente per colpe non sue, ma di un fornitore) poi fallita, pagata dal Comune che ora dovrà farsi carico anche della demolizione. Una scala che non verrà costruita una seconda volta, per via di un escamotage: “La stessa persona che ci ha imposto di costruirla ieri, oggi ci autorizza a non più costruirla” ha detto l’altra sera il sindaco, rispondendo ad una nostra ben precisa richiesta di chiarimenti.
Tornando “alla necessità impellente ed improcrastinabile di effettuare lavori di adeguamento alla normativa sulla prevenzione incendi” – per la quale serviranno dai 150 ai 200mila euro – gli interventi più laboriosi e costosi riguarderanno il già citato abbattimento della scala, la trasformazione dell’impianto di riscaldamento dall’attuale sistema a biomasse in quello a gasolio e la demolizione della controsoffittature della palestra oltre che la rimozione della parete di arrampicata contenuta al suo interno, la sostituzione di pavimenti delle aule e la coibentanzione dell’ala “corta” dell’edificio (vale a dire il rivestirne i locali di materiale isolante), grazie alla quale non sarà più necessario ricostruire, come detto, la scala antincendi.




