Eventi - 14 maggio 2012, 09:27

Fabio Volo e Mauro Corona raccontano la vita e l'amore ai carcerati del Morandi di Saluzzo

I due autori chiudono con successo l'edizione 2012 di Voltapagina

Copyright targatocn.it

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Con due stili molto diversi, Mauro Corona e Fabio Volo, i due scrittori dell’ultimo appuntamento di Voltapagina, sabato scorso, nella casa di reclusione Rodolfo Morandi di Saluzzo, hanno conquistato la platea di detenuti e pubblico esterno.

Il primo, grande affabulatore, si racconta, si lega empaticamente al gruppo di ospiti del penitenziario, confessando la sua macchia nella fedina penale “Ho fatto otto giorni, dietro il “bancone” a Belluno – lo definisce così perché non ama usare la parola carcere -  ho subito cinque processi per ubriachezza molesta e bracconaggio”. In virtù di una sciagurata e dolorosa fanciullezza, con un padre alcolista e violento, dice, che avrebbe avuto tutte le carte in regola e le giustificazioni per fare “casino” dichiarandosi con ironia “un potenziale delinquente”.

Il secondo, attore, scrittore, conduttore televisivo, fenomeno nazional popolare e, come tale, accolto tra gli applausi, conquista con la simpatia dell’amico della porta accanto e dà spazio all’impegno dei detenuti che si sono preparati sull’ultimo suo libro “Le prime luci del mattino”. Fabio Volo cambia gli schemi dell’incontro con i carcerati: sollecita le loro domande; incuriosito, le pone a sua volta, vuole conoscere l’habitat letterario in cui si immergono e il potere di questo su di loro. Diventa un fan, apprendendo del laboratorio teatrale in carcere e si fa promoter, sollecitato dalla sfida che il gruppo di detenuti gli lancia per avere un po’ di interesse dai media e l’opinione pubblica più vicina “Se riuscite a fare un piccolo spettacolo teatrale di quattro minuti lo mando in onda” afferma.

Mauro Corona scultore del legno apprezzato in tutta Europa, appassionato di montagna, scrittore di successo, che “vanitosamente” confessa di ambire ad un premio letterario (una sua prigione mentale) lancia la sua affermazione che è il cuore di Voltapagina: “La lettura è un mezzo per salvarsi, lo è stato per me durante la prigione e in molte situazioni della vita. Ma non è sempre facile accedervi se non si è abituati - ha detto consigliando testi semplici per iniziare - Come può essere utile scrivere, magari  un diario, aiuta a uscire dall’inferno. E’ stata un sollievo anche per Silvio Pellico” ha detto citando lo scrittore saluzzese.

La felicità ha ricette semplici: è il suo messaggio, raccontato in modo schietto e montanaro, a zig zag tra gli episodi della sua storia. “Bisogna apprezzare quando si sta bene. Non abbiamo due vite, non c’è tempo di scriverla in bella copia, possiamo solo recuperare gli errori. Ho imparato che non esiste il brutto tempo, solo vari tipi di bel tempo. E, sono importanti le tracce, che come volpi nella neve, lasciamo per gli altri – ha detto, riprendendo i contenuti del suo ultimo libro “Come sasso nella corrente” - Perché avere un Rolex da 60 mila euro per conoscere l’ora? Cominciamo a mandarli in malora questi modelli consumistici, tracce sbagliate che possono portare dietro il banco. Semplifichiamoci”. Ha esortato, chiudendo l’incontro con un arriderci rivolto ai detenuti.

Fabio Volo si è congedato invece con la promessa dello spettacolo in tv e una lunga sequenza di autografi firmati.  “Ho cercato la mia parte femminile - ha detto del suo ultimo libro, sesta prova d’autore, in cui tenta di calarsi nei panni di una donna – e quella che ho ascoltato dalle amiche o da altre donne. Io sono stato cresciuto dalle  donne”. La femminilità è la parola chiave del dialogo che ha tracciato la via dell'incontro condito di battute, risatine, applausi spontanei, sottintesi.

Parla del rapporto con il padre “Un uomo che per farmi capire che mi voleva bene mi lavava la macchina” .

A lui simpatico conquistatore di cuori femminili dal sorriso contagioso, si chiedono strategie d’amore. L’errore nel rapporto di coppia? “E’ evolutivo – risponde Fabio Volo-  uno spazio di crescita. Ci deve essere possibilità di riscatto nella vita e nella società”.

Gli elementi dello stare insieme? “Amore, sessualità e tenerezza, quest’ultima fondamentale”.

Che cosa è l’amore? “Mi chiesero di scriverlo in tre righe a Verona sotto il balcone di Giuletta e Romeo. Io scrissi: se mi ami veramente lasciami in pace. L’amore vero è accettazione”.

Vilma Brignone

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