Attualità - 16 giugno 2012, 16:03

"Non toglieteci i treni!", ma al corteo di Cuneo si presentano in pochi: la Granda perde l'occasione di far sentire la propria voce

In testa pochi sindaci e qualche politico. Tutti dello stesso colore, sotto le bandiere di partito. E i pendolari? Forse hanno preferito il mare, magari in auto

Il corteo in partenza dalla stazione di Cuneo

Il corteo in partenza dalla stazione di Cuneo

Al lupo, al lupo! Ma quando occorre affrontarlo, il lupo, si preferisce sparire. Così hanno fatto purtroppo i cuneesi, stamattina, nell'occasione della manifestazione indetta per protestare contro i tagli ferroviari imposti dalla Regione. Un manipolo di sindaci e quattro gatti dietro ad uno striscione, a sfilare per le vie del centro.

Tanto pochi che in corso Nizza, una signora accodata col suo Suv al corteo, spazientita dal dover attendere così tanto (non più di 4 minuti) prima di poter pigiare sul suo potente accelleratore, si è lasciata andare: "Parlez pas, che protestona! Al mio matrimonio eravamo di più...". Duole dirlo, da profondo sostenitore dei treni ancor prima che da giornalista, ma è stato davvero così.

Quel che è peggio è che questi quattro gatti erano tutti appartenenti allo stesso colore politico (oltre i Grillini), come se il taglio dei treni riguardasse solo quella parte. Avrei tanto voluto vedere invece un corteo colorato, rumoroso, convinto. Ma senza bandiere. Allora, mi chiedo: dov'erano i pendolari? Dov'era quella parte di cuneesi che in queste settimane ha inondato le redazioni di mail di protesta? Forse al mare? Magari, in auto.

Mi spiace, davvero tanto, si sia persa un'ottima occasione per far sentire la propria voce in modo compatto, alto, senza strumentalizzazioni: si è consumato, invece, il gioco di chi questi tagli li ha voluti. Roberto Cota, appena ieri ha sottolineato come la protesta, a suo modo di vedere, non sia altro che l'atteggiamento di persone "più interessate alla visibilità personale e politica che ad altro".

La non partecipazione dei cittadini cuneesi, stamattina, non fa che rafforzare la tesi del Presidente.

 

 

Cesare Mandrile

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