- 12 settembre 2012, 17:29

Lucullo prenoterebbe una vacanza a Busca

Al san quintino resort si incontrano sport e buona tavola

Il Ristorante del San Quintino Resort

Il Ristorante del San Quintino Resort

Se Lucio Licinio Lucullo vivesse ai giorni nostri dove andrebbe a mangiare? Quale ristorante sceglierebbe? Non lasciatevi ingannare dal nome, perché l’uomo da cui deriva il termine “luculliano” non era un ingordo crapulone che trascorreva le giornate seduto a tavola, pardon … , disteso sul triclinio, dato che visse attorno al 100 avanti Cristo a Roma.

Era un appassionato di cibi e vini e i suoi banchetti erano i più famosi in città ma, diversamente da quello che si potrebbe credere, era altrettanto celebre per la sua avvenenza e prestanza. Era un comandante fanatico dell’esercizio fisico e dell’addestramento militare, oltre che della buona tavola.

Per quanto sport, salute e enogastronomia siano argomenti di grande interesse ai giorni nostri, è difficile trovare un luogo che tenga nella stessa considerazione gli uni e l’altra. Molto difficile. Sono due mondi che viaggiano paralleli senza mai incontrarsi.

Provate a pensare ai punti di ristoro attigui alle palestre, ovviamente se ci riuscite senza rabbrividire, perché il cibo che propinano in quei luoghi è lontano mille miglia da qualsiasi concetto di gusto e qualità. Più o meno come gli ottimi ristoranti tengono in considerazione l’esercizio fisico.

Bisognerebbe riuscire a scovare un Lucullo del 2000!

E l’ho trovato. E non un solo Lucullo, ma un’intera famiglia di Luculli! Si trova a Busca, al Relais San Quintino dove raffinatezza e alto profilo sono le parole d’ordine sia per gli sport equestri, che per il ristorante da cui uscirete opportunamente accompagnati dalla voglia di tornare.

Alla base, come sempre succede in questi casi, c’è la passione che, sia per i cavalli, per i vini o per la cucina, è condivisa da genitori (Sandra e Sandro) e figli (Giulia e Umberto). Per cui potrete trovare tutti e quattro ad aggirarsi tanto tra i tavoli quanto nella scuderia.

Sembra che la parola d’ordine della famiglia Degiovanni sia cura e perfezione. I loro Haflinger, biondi cavalli di origine altoatesina, sono campioni conosciuti in tutta Italia sia dal punto di vista sportivo che morfologico e in base allo stesso concetto di qualità non c’è guida enogastronomica che non citi, con le dovute lodi, il ristorante del San Quintino Resort.

L’altro denominatore comune è il buon gusto e l’eleganza: lo potete notare fin da quando varcate il cancello di legno e vi affacciate sui giardini curati. Pietra, mattoni, legno, lino vi accolgono nelle due sale e vi preparano a incontrare i piatti creati da Ivan Milani. Belli e buoni. Originali e tradizionali.

Dovete andare e assaggiare la Madama Piemonteisa, in assoluto la migliore interpretazione esistente di un piatto che è ancora alla ricerca di una sua identità che pare abbia trovato a Busca piuttosto che nella sua patria saviglianese. I tajarin al profumo di tartufo nero estivo danno lustro al meno nobile dei tartufi, mentre la Zucchina ligure allo zenzero, uovo cremoso e limone candito è uno spettacolo di freschezza e armonia.

La carta dei vini è interessante sia nella scelta che nel rapporto qualità-prezzo. Lucullo, a cui tra l’altro si deve l’importazione del ciliegio, forse potrebbe gustare un sorso del suo amato Falerno, ma non c’è alcun dubbio che il raffinato generale romano, una volta scoperto questo posto, senza nemmeno pensarci un attimo, prenoterebbe una delle belle stanze per fermarsi a Busca almeno una settimana!

paola gula

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