Attualità - 01 febbraio 2013, 17:22

Bianca Hessel, quando a Bra era di casa la salvezza

In occasione della Giornata delle Memoria (27 gennaio), Bianca è più volte tornata nella “sua” Bra, la città che ospitò e salvò dalla deportazione lei e la sua famiglia

Da destra Patrizia Orsini, Clara Arnaldi, Gianfranco Saglia, Fabio Bailo, Bianca Hessel, Elena Peloso e Dario Dalla Mura

Da destra Patrizia Orsini, Clara Arnaldi, Gianfranco Saglia, Fabio Bailo, Bianca Hessel, Elena Peloso e Dario Dalla Mura

Bianca Hessel è ormai presenza quasi familiare a molto braidesi. Infatti, nonostante risieda in Israele fin dal 1949, negli ultimi anni, in occasione della Giornata delle Memoria (27 gennaio), Bianca è più volte tornata nella “sua” Bra, la città che ospitò e salvò dalla deportazione lei e la sua famiglia.

Ma andiamo con ordine e ripercorriamo questa storia che Bianca ha rievocato mercoledì 30 gennaio a Bra in una lezione inserita all’interno del calendario dell’Università popolare dell’Arci Unitre.

La famiglia Hessel, costretta a lasciare Zagabria occupata dai tedeschi nel 1941, dopo una lunga peregrinazione prima a Lubiana, poi a Trieste e Cuneo, nel giugno 1942 arriva a Bra in domicilio coatto. Gli Hessel sono nove: i genitori Leone e Mira, i figli Nada, Bianca, Lijerka e Simone, l’anziana nonna Johanna, la sorella e un nipote di Mira. Prendono casa prima in via Barbacana poi in vicolo Testa. Le difficoltà non mancano. Essendo ebrei, gli Hessel sono sottoposti a una serie puntigliosa e odiosa di limitazioni: non possono neppure essere curati. Però, quando Bianca si ammala di tifo, il dottor Valerio Panero, violando le leggi statali (e obbedendo a quelle della solidarietà umana), la cura lo stesso. Tutto precipita nell’autunno 1943 quando anche a Bra arrivano i tedeschi che impongono una legislazione razziale ancora più severa volta all’arresto e alla deportazione degli ebrei.

Per salvarli da morte certa, una religiosa, suor Lorenzina (al secolo Anna Maria Oberto), decide di salvare gli Hessel ospitandoli nell’asilo di San Giovanni di cui era responsabile. Ma tale sistemazione non poteva durare a lungo. A questo punto intervenne il fratello di suor Lorenzina, Luigi Oberto, contadino di La Morra, che, recatosi a Bra con il suo carro, portò la famiglia Hessel in salvo nel suo cascinale in frazione Rivalta. Qui gli Hessel rimasero fino alla conclusione della guerra quando poterono tornare a essere uomini liberi. Per questo atto gli Oberto sono stati insigniti del titolo di “Giusti tra le genti” dallo Stato di Israele.

Questa storia è stata narrata da Bianca Hessel che ha dialogato con il presidente del consiglio comunale braidese Fabio Bailo e con i documentaristi veronesi Dario Dalla Mura ed Elena Peloso che a Bianca hanno dedicato un video.     

V.A.

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