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Cuneo e valli | 23 marzo 2013, 09:39

Goldrake, ve lo ricordate? ...ve lo ricordiamo noi....

Goldrake, ve lo ricordate? ...ve lo ricordiamo noi....

“GOLDRAKE FUOOOORI”...  mi basta pensarci un secondo e risento distintamente la voce di Actarus! Ma quanto ci prendeva in quel momento?! Il robot si staccava dalla navicella spaziale e iniziava il combattimento corpo a corpo con il mostro di Vega di turno. Altro momento da batticuore era quando Actarus doveva salire sulla sua astronave: prima la motocicletta, poi quella corsa che non finiva mai con le pareti che scorrevano a lato dei suoi capelli ed infine il salto nel vuoto mentre la tuta si assemblava sul suo corpo... ma quanto ci lasciava a bocca aperta?!

         Actarus era il protagonista, ovviamente. Forte e giusto, il suo vero nome era Duke Fleed, principe ereditario del pianeta Fleed, giunto sulla terra in seguito alla distruzione del suo pianeta da parte delle forze del male di Re Vega. Accolto e adottato dal dottor Procton, di giorno - o meglio quando non combatteva - lavorava nella fattoria di Rigel, padre di Venusia e di Mizar... si sta rinfrescando la memoria? Rigel era quello piccolo e un po' fuori di testa, che passava le giornate cercando di avvistare gli ufo; Venusia, perennemente innamorata di Actarus, combatteva con coraggio a bordo del suo Delfino spaziale permettendo a Goldrake di muoversi anche sott'acqua.

         E poi c'era Alcor. Secondo me Liguabue, quando ha scritto il testo della canzone “Una vita da mediano”, ha pensato anche un po' a lui, “nato senza i piedi buoni, lavorare sui polmoni, con dei compiti precisi, a giocare generosi, sempre lì, lì nel mezzo, finchè ce n'hai stai lì, stai lì”... ma vi ricordate Alcor  alla guida del suo TFO, inoffensivo velivolo terrestre progettato da lui, mentre combatteva i mostri spaziali? Sembrava Davide con la fionda che tirava a Golia... faceva una tenerezza immensa quel suo coraggio da leone! Sincero, onesto, fidato, era la spalla sulla quale Actarus poteva sempre contare. E siamo stati tutti contenti quando il dottor Procton gli ha affidato la navicella Goldrake 2. Pochi sanno che Alcor  era stato l'ex-pilota di Mazinga Z. Infine Maria, sorella di Actarus, anche lei combattente in difesa della libertà della Terra a bordo della sua Trivella spaziale, astronave che permetteva a Goldrake di muoversi agilmente anche sotto terra.

         A leggere le schede tecniche si capisce comunque perchè ci ha conquistati tutti, segnando un'intera generazione. Oltre ad essere un concentrato di valori positivi, Goldrake era costruito in green (metallo 5 volte più duro dell'acciaio), alto 30 metri (tenete presente i 18 metri di Mazinga Z e i 20 metri del Grande Mazinga), pesava 280 tonnellate e in corsa poteva raggiungere i 700 km/h! La potenza è impressionante: un milione e ottocentomila cavalli! (il motore di una Ferrari ne ha circa 600...) E poi la velocità in volo: 7 mach, circa 7.000 km/h (i nostri caccia migliori raggiungono i 2,5-3 mach...) E che dire del salto in elevazione? 950/1.000 metri. Mi fermo qui.

         La prima puntata di Atlas Ufo Robot è stata trasmessa sulla Rete 2 il 4 aprile 1978, in questi giorni ricorre quindi il trentacinquesimo anniversario. Dopo tutti questi anni, io continuo ad avere un domanda senza risposta, per quale chiedo aiuto. Actarus, quando era sul disco spaziale, accedeva a Goldrake tramite il condotto tra l'astronave e il robot stesso; tirava la leva di comando e la sedia mobile iniziava il trasferimento fino all'abitacolo nel capo del robot … qualcuno mi sa dire perchè ad un certo punto faceva quella misteriosa rotazione a 360°?

Valter Castellino

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