Fra pochi giorni i parlamentari ed i delegati regionali saranno convocati a Montecitorio per l’elezione di un nuovo Presidente della Repubblica. Tutti i sondaggi e le varie votazioni on line realizzati o commissionati dai principali mezzi d’informazione indicano una scelta univoca: Emma Bonino è la preferita. Moltissimi uomini e donne, di centro, sinistra e destra, vorrebbero Emma nel delicato ruolo di Capo delle Stato. Come si può sostenerla? Una teoria sociologica indica in appena 6 gradi di separazione la distanza fra ciascuno di noi e chiunque altro nel mondo. Attraverso appena 6 persone ciascuno può trovare un contatto con il più sperduto aborigeno australe, con il Presidente degli Stati Uniti, con le popolazioni amazzoniche o con il Dalai Lama. Dunque – ci piaccia o no - sono molti meno i gradi di separazione fra ciascun cittadino italiano ed i “grandi elettori” che si apprestano a scegliere l’inquilino del Quirinale per i prossimi 7 anni. Tutti si possono attivare e ciascuno è in quota parte responsabile della delega affidata: chiediamo ai “nostri” eletti un voto per Emma. Chiediamolo singolarmente e direttamente agli eletti cuneesi, facendo finta che esista - con questa pessima legge elettorale - un collegamento fra eletti e territorio. Chiediamolo anche agli Amministratori comunali, provinciali, regionali: loro possono farsi sentire ed influire. Certamente Emma, gradita oggi come nel 1999 ad una larghissima maggioranza di italiani, non ha con sé la forza di un partito o di una coalizione, ne tanto meno ha lobby influenti alle spalle, ma solo una storia di battaglie sociali e di impegno personale. L’Italia rischia dunque di non utilizzare la risorsa preziosa rappresentata da una piccola e tenace donna cuneese di grandi capacità, competenze, esperienza ed apprezzata internazionalmente: possiamo permettercelo? Io non credo.
Bruno Mellano





