Le cronache riferiscono che l’ultimo Consiglio della Comunità Montana del Monviso è andato deserto con soli 15 consiglieri presenti e 21 assenti, ma questa ennesima diserzione non fa più scalpore presso la gente delle Terre Alte perché le Comunità Montane sono morte per via della loro soppressione disposta dalla legge regionale di fine novembre 2012.
E come per tutti i funerali a salutare il caro estinto dovrebbero essere i parenti più prossimi sia per sentimento che per accaparrarsi la eventuale eredità del defunto. Nel caso della Comunità Montana del Monviso, però, non si può parlare di eredità ricca, essendo stato un Ente inutile, pieno di debiti, che ha solo distribuito poltrone, indennità e incarichi senza il minimo buonsenso (per usare un eufemismo), e che, soprattutto, per la gente amministrata non ha fatto proprio niente. Fortunatamente anche qualcuno della risicata maggioranza ai vertici della Comunità si è accorto (anche se tardi) della nullità dell’azione politico-amministrativa portata avanti in questi anni di litigi e contestazioni varie e, così, ha deciso di staccare la spina e disertare almeno il giorno delle esequie dell’ente che, per fortuna, non può più risorgere neanche raggiungendo un numero legale di presenze.
E’ superfluo ribadire che tocca alla maggioranza il compito di governare e, per governare, la maggioranza ha l’obbligo di assicurare per primo il numero legale. La presenza della minoranza non può essere invocata soltanto per raggiungere la legalità della seduta e così far passare decisioni unilaterali senza, mai, condividere una benché minima proposta modificativa di quella minoranza che ora si vuol tacciare di assenteismo. Già troppe volte alcuni elementi della minoranza si sono prodigati per rianimare una maggioranza ormai in agonia in virtù di un cosiddetto “senso civico”, senso civico cha ha prolungato inutilmente la traballante giunta Perotti.
Per quanto mi riguarda, il medico non mi ha detto di fare il consigliere della Comunità Montana, ma quando la medicina serve solo, acquistandola, a far arricchire le Case farmaceutiche di produzione, è proprio il senso di responsabilità della persona a dire “BASTA”, anche perché, in questo caso, l’Istituzione “Comunità Montana del Monviso” era morta già da tempo, prima di essere soppressa per legge!
Paolo Amorisco





