La sera del primo giugno è andato in scena un musical dell'Associazione culturale Icona intitolato "C'è Nerentola?".
Uno spettacolo brillante, entusiasmante, replicato a Valdieri, grazie all'attenzione e alla disponibilità del sindaco Emanuel Parracone, organizzato per raccogliere fondi a favore dell'associazione "Cuneo nel cuore".
La cosa che mi ha sorpreso è stata la sensibilità del gruppo che, attraverso questo spettacolo musicale, ha unito divertimento e solidarietà.
Due ore di puro divertimento ed allegria che permettono, alle associazioni che lo richiedono, una raccolta fondi: oggi, in un periodo di grave crisi, è una vera boccata di ossigeno per tutte quelle persone che si confrontano ogni giorno con una realtà difficile, come la disabilità o tante altre malattie invalidanti.
Una squadra artistica e tecnica molto motivata, fatta di personalità forti e preparate che, in alcune circostanze e a prezzo di lunghi confronti, hanno consapevolmente compiuto un atto di fiducia verso soluzioni poco comprensibili a priori, scelte artistiche forti, caratterizzazioni azzardate, metodologie inconsuete, se non fuori schema nella
produzione di un musical.
"C'è Nerentola?" è davvero coinvolgente e la trama ricalca fedelmente la storia originale, pur essendo attualizzata e suggerendo nuove possibili “chiavi di lettura”; il testo è totalmente riscritto di conseguenza, così come le musiche sono state scelte tra classici italiani ed internazionali per essere messe a servizio di liriche parodiate.
Le numerose rappresentazioni finora effettuate hanno dimostrato che, di fatto, questo allestimento fa dimenticare che la storia la si conosca già, ma soprattutto le canzoni incuriosiscono e fanno domandare dove caspita si stia andando a parare: dal professionismo più estremo alla tanto praticata messa in scena dilettantistica, fino alla stuccosità ed all’infantile buonismo di cui troppi lavori sono pervasi.
Tutti elementi riutilizzati e messi a nudo con molta ironia ed ancora maggiore autoironia, citando a pioggia altri classici della letteratura e del cinema, in una costruzione di dosati colpi di scena e nonsense talvolta al limite del “demenziale”.