Mi sono sempre piaciuti gli uomini con la barba. Sotto ci sarà senz'altro una ragione edipica (mio padre è stato barbuto per lunghi periodi della sua vita) o anche no, sta di fatto che pare fin da piccolissima sorridessi – già cosa strana, stante la mia atavica scorbuticità – seduta in braccio a mia madre a maschi con peluria sulla faccia sui tram di Torino.
Sono quindi felicissima che si vedano in giro tutti questi maschi con barba, bella folta, perché non sopporto quei pizzetti precisini sottili che fanno tanto “vorrei ma non sono abbastanza coraggioso da portarne una come si deve”. Se barba dev'essere che almeno sia quella giusta. Meglio niente che quelle righette che sembrano disegnate sulla faccia con un pennarello. Mancano di coraggio anche quelli che si radono seguendo la linea della mandibola, lasciando un innaturale contorno: perché non lasciare che i peli si dirigano, come è giusto che sia, fino al pomo d'Adamo in piena libertà?
Poi, diciamolo, la barba aiuta tantissimo. Tipi insignificanti o con l'aria da bamboccioni con una bella peluria (appunto, non troppo regolare) ci guadagnano un bel po'. Faccio due esempi di persone diversissime fra loro: Carlo Cracco senza barba è inguardabile, così come Umberto Eco che, per qualche misteriosa ragione, è andato avanti qualche anno solo con i baffi. Il cuoco aveva una faccia anonima, finché sua moglie (pare, e nel caso è stata furbissima) non gli abbia consigliato di farsela crescere, mentre il professore sembrava un commissario della polizia belga.
Pochissimi uomini sono talmente belli da perderci almeno un po', ma parliamo di divi del passato. Marcello Mastroianni era decisamente preferibile senza barba, così come Paul Newman o Alain Delon. Gli attori hollywoodiani di oggi, invece, stanno passando tutti attraverso il periodo barbuto. E decisamente ci guadagnano, ma non sono gli unici. Visi non rasati di modelli, gente di spettacolo, fino ad arrivare ai tronisti di Maria de Filippi (che sarebbe come dire il punto di non ritorno, mi sa...) se ne vedono sempre meno.
E poi i commessi, soprattutto quelli che lavorano nei negozi stranieri, sono un piacere per gli occhi (miei). Capello dal taglio impeccabile, barba folta ma curata nei minimi dettagli, hanno come modello estetico gli hipster con i loro pantaloni con risvolto alla caviglia, camice vintage e immancabili cappelli. Per chi volesse farsi una cultura su di loro,e non solo, c'è un blog di tipi esclusivamente barbuti del fotografo scozzese Jonathan Pryce “100 beards, 100 days ” (cento barbe , cento giorni).
La fenomenologia della barba sarebbe da approfondire anche nella sua componente religiosa, ma passo oltre, limitandomi a ricordare gli sguardi di ammirazione che noi ragazze lanciavamo di soppiatto ai religiosi ortodossi durante un viaggio in Grecia, uno più affascinante dell'altro con le loro lunghe barbe e lo sguardo mite.
Vedremo se si tratta di una stagione transitoria del look maschile occidentale o piuttosto destinata a durare per un bel po' (dalla seconda metà dell'ottocento fino al primo novecento barbe e baffi li portavano proprio tutti ) ma intanto, per non farci mancare nulla, gustiamoci qualcosa che fino a ieri sarebbe stato inimmaginabile di vedere in televisione, e per di più sulla RAI: la donna-barbuta. Grazie alla dragqueen austriaca Conchita Wurst che sarà ospite del tradizionalissimo Festival di Sanremo nei prossimi giorni.