A Bernezzo da mesi, è l'argomento più dibattuto: la decisione, da parte della società Unicalce, di convertire l’alimentazione del secondo forno da metano a Pet-Coke.
Gli abitanti della zona sono preoccupati per l'impatto ambientale che questa conversione potrebbe avere. Alcuni cittadini si sono organizzati con petizioni online, raccolta firme, coinvolgendo partiti ed esponenti della politica. Ma nei giorni scorsi è arrivata l'opinione dell'Arpa, che ha suscitato una reazione...indignata.
Gent. Direttore,
“indignati!” è la parola che in questo momento ci caratterizza, dopo la riunione di aggiornamento, svoltasi il 27/7/2015, sul dibattito del pet-coke, che l’Unicalce ha deciso di utilizzare nello stabilimento di Bernezzo.
Ed è proprio attraverso il suo giornale che vogliamo esternare la nostra indignazione sulla prima relazione che l’ARPA ha inviato come risposta al progetto presentato da Unicalce sul cambiamento di combustibile, in un forno dello stabilimento, da metano a pet-coke.
Troviamo assurdo che un Ente preposto alla salvaguardia dell’ambiente e di conseguenza della salute dei cittadini, non richieda la Valutazione di Impatto Ambientale (è il minimo che potesse fare!) escludendo così la possibilità alle istituzioni locali (Comune e Provincia) di poter rappresentare l’opinione dei cittadini in merito alla decisione dell’Azienda di utilizzare un “combustibile” (fino al 2002 considerato rifiuto) che, senza ombra di dubbio, è decisamente molto più inquinante del metano. Le richieste di un’attenzione al territorio ribadite dai cittadini anche attraverso una raccolta firme (oltre 2200 che sono state depositate in Provincia), non sono state minimamente tenute in conto!
La decisione dell’Arpa di non sottoporre il progetto alla Valutazione di Impatto Ambientale comporta che non vengano prese in considerazione le serie e concrete conseguenze che questa scelta di Unicalce potrà avere sull’intero territorio in fatto di salute, di sicurezza, di viabilità, di eventuale incompatibilità con le colture biologiche che caratterizzano il nostro paese e l’effetto che potrà avere sul fronte della valorizzazione turistica del territorio, elemento sul quale l’Amministrazione e i gruppi locali stanno puntando molto. Sembra che nessuno tenga in considerazione che diversi Consigli Comunali della vallata e l’intera Unione dei Comuni si siano espressi, sul principio della prevenzione, all’unanimità contro il progetto Unicalce.
Citiamo dal sito dell’ARPA: l’Agenzia … “È posta sotto la vigilanza del Presidente della Giunta Regionale per garantire l’attuazione degli indirizzi programmatici della Regione Piemonte nel campo della previsione, prevenzione e tutela ambientale”; tra l’altro viene approfondita la parola “prevenzione” con questa citazione: “ogni attività diretta a impedire pericoli e mali sociali di varia natura. Prevenzione dell’inquinamento: l’insieme di disposizioni e misure previste e adottate per evitare o diminuire i rischi per la salute dei lavoratori e della popolazione e per l’ambiente”.
Belle parole che, però, alla fine rimangono tali! A noi sembrano in contraddizione con la relazione che qualche giorno fa l’Agenzia stessa ha presentato, in cui il discorso PREVENZIONE non è stato preso assolutamente in attenta valutazione! Ci sentiamo, quindi, presi in giro da coloro che ci dovrebbero tutelare!
Auspichiamo, pertanto, dagli Enti preposti maggior responsabilità nel compito che si sono assunti, con un’attenzione particolare alla salute del territorio e dei suoi abitanti e una maggior considerazione di quella che è la volontà dei cittadini che hanno fortemente espresso la loro preoccupazione di fronte a questa scelta.
Chiediamo, inoltre, a chi ci rappresenta politicamente, di prendere posizione a tutela dei propri elettori e del territorio che rappresentano e che non prevalgano, in fattore di salute pubblica, gli interessi economici di pochi (una multinazionale) a discapito degli abitanti di un intero territorio cuneese.
Cordiali saluti
Un gruppo di cittadini indignati
Dal canto suo l'Arpa, in 125 pagine, già lo scorso febbraio aveva stilato un rapporto a riguardo, concludendo in questo modo: considerate le valutazioni effettuate, si possono ragionevolmente definire irrilevanti gli impatti sull’ambiente dovuti alla variante al progetto autorizzato dell’impianto Unicalce di Bernezzo.
A fine giugno, dopo ulteriori accertamenti e analisi, è arrivata anche la comunicazione in merito alla necessità o meno di procedere con la V.I.A., che altro non è che la valutazione di impatto ambientale.
Riportiamo le conclusioni, che hanno scatenato le proteste dei cittadini indignati.
Conclusioni
Considerati i flussi massici di inquinanti in gioco, le caratteristiche del combustibile proposto, le risultanze preliminari della modellistica diffusionale analizzata, i requisiti associati all'applicazione delle Migliori Tecniche Disponibili del settore della calce, l'esperienza accumulata in merito all'utilizzo di analogo combustibile solido in un contesto territoriale di competenza dello scrivente Dipartimento, si ritiene che il progetto possa essere compiutamente analizzato e valutato nell'ambito degli iter amministrativi di RIESAME di AIA cui il progetto verrà sottoposto ai sensi della Direttiva 1ED sulle emissioni industriali, e che pertanto possa essere, a meno di diverse indicazioni da parte dì codesta Amministrazione, escluso dalla fase di Valutazione. Quanto riportato rimane valido a condizione che, nell'ambito delle procedure autorizzatine di cui sopra, vengano affrontati seguenti temi:
a) rettifica degli errori materiali ravvisati nello studio diffusionale sugli inquinanti aerodispersi;
b) valutazione degli inquinanti CO e COT e completo raccordo con i livelli emissivi associati all'uso delle Migliori Tecniche Disponibili (BAT Conclusione) c) rivisitazione del tenore di ossigeno di riferimento per gli inquinanti emessi dai forni di cottura e della tempistica di riferimento (oraria -> giornaliera) d) perseguimento di un bilancio emissivo meno sfavorevole attraverso: - minimizzaziorte delle emissioni di ossidi di azoto dal forno interessato dall'uso di petcoke - logiche compensative da realizzarsi sui limiti emissivi di altri parametri inquinanti e/o di altri impianti dello stabilimento - ricerca di configurazioni produttive che possano limitare l'impatto aggiuntivo derivante dall'uso del combustibile solido (stagionalità o periodicità favorevoli alla dispersione degli inquinanti, ecc..) e) verifica dell'opportunità dell'eventuale dotazione di Sistema di Monitoraggio in Continuo delle emissioni (SME).
Insomma, per l'Arpa gli impatti sull'ambiente di questa conversione sono irrilevanti. Ma passa la palla all'Ente Provincia, l'unico che potrebbe, allo stato attuale, richiedere la Valutazione d'Impatto Ambientale. Valutazione che molti cittadini domandano, a gran voce.






