Riguardo al drammatico esodo di centinaia di migliaia di profughi dal Medioriente e dal Nordafrica, si comincia ad avvertire la necessità di interventi anche militari in aree da anni sconvolte da guerre intestine, nonché di intraprendere azioni di sicurezza e di aiuti e accoglienza dai territori dove si fugge per fame. Da tempo la Destra ha sostenuto – al di là della ragionevole politica di accoglienza da parte italiana - la necessità di soccorrere le popolazioni di quelle aree con opportune, mirate azioni di sostegno e di intervento soprattutto nei loro Stati, per impedire che la situazione precipitasse ed esplodesse irrimediabilmente. Il “buonismo”, il “pacifismo”, il “politicamente corretto” che oggi imperano sono arrivati perfino ad irridere al nostro “aiutiamoli a casa loro”. Ne è recente prova la tesi del quotidiano cattolico “Avvenire”. E addirittura su “La Stampa” Gramellini ha scritto:” Aiutarli a casa loro è un vasto programma e nel frattempo quale sarebbe l’alternativa , ucciderli tutti?”. Ci basterebbe rispondere a certi farisei che, infatti, è da parecchi anni che – nel frattempo – li accogliamo, senza però cercare di intervenire in loro aiuto a casa loro, fonte iniziale e principale della loro disperazione.
Per capire bene la situazione e l’antifona ci sarebbe da domandare perché mai in passato abbiamo compiuto “missioni umanitarie” in Afghanistan e in Iraq? Perché mai abbiamo accettato interventi militari in Kossovo e in Libia? E oggi, perché mai continuiamo a disputare su Russia e U.S.A. per come intervenire in Siria? E perché mai ci trinceriamo dietro le lungaggini diplomatiche e le preoccupazioni religiose di fronte alla guerra terroristica islamica dell’Isis? Il tutto mentre sono urgenti decisioni e azioni da parte dell’Onu (che è ormai inutile), della Nato (che si preoccupa della Crimea) e dell’Unione Europea (che è Europa solo dal punta di vista economico-finanziario)?
Intanto, dove c’è la guerra (Siria, Eritrea, Libia, Sudan del Sud, Somalia e parte della Nigeria) siamo alla tragedia dei profughi; e dove non c’è la guerra, ma la fame (i vari Paesi africani) siamo alla disperazione dei migranti. Per dare un senso alla nostra politica e per salvarci la coscienza basta accogliere profughi e migranti, ammesso e non concesso che la questione possa così risolversi? Ma i milioni di esseri umani che non possono permettersi di fuggire ( è anche una questione di soldi) li lasciamo nei loro paesi a morire o a marcire? Non basta commuoverci e fare appello a una generica solidarietà. E’ necessario mobilitarci per intervenire concretamente , anche rischiando qualcosa.
Chiarenza Paolo - Mottinelli Fabio – Scotti Denis – Tassone Enzo (Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale)





