Agricoltura - 13 novembre 2015, 14:47

Convegno sulla gestione delle acque e la tutela del territorio a Mondovì

Molti gli interventi qualificati in un convegno presentato all'Expo di Milano il mese scorso e ospitato dal Politecnico. Focus sul maxi bacino di Serra degli Ulivi

Convegno sulla gestione delle acque e la tutela del territorio a Mondovì

Almeno 300 persone fra autorità, amministratori locali, addetti ai lavori e rappresentanti delle organizzazioni agricole, hanno partecipato all’interessante convegno “Gestione delle acque e tutela del territorio-Il ruolo dei Consorzi Irrigui piemontesi”, organizzato, nell’Aula Magna del Politecnico di Mondovì, dall’Unione Regionale Bonifiche Irrigazioni Piemonte (Urbip) e dall’Acque Irrigue Cuneesi (Aic), in collaborazione con il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, la Regione, la Fondazione Crc e altre Istituzioni locali. Moderatore dell’iniziativa, Paolo Massobrio.

“Il nostro ruolo, oggi - hanno detto il presidente e il direttore Urbip, Vittorio Viora e Roberto Isola - è fondamentale e magari non tanto riconosciuto a livello di opinione pubblica perché non si limita più alla distribuzione delle acque per la coltivazione dei terreni, ma costituisce una vera e propria attività di tutela del territorio e dell’ambiente, e anche di protezione civile, del quale beneficia l’intera collettività. Il tutto con costi che sono totalmente a carico della sola categoria agricola”

Concetti ripresi dal presidente dell’Associazione Acque Irrigue Cuneesi, Giorgio Bergesio: “I Consorzi sono strategici per la sistemazione del territorio. Non sappiamo chi ce la può dare, però abbiamo bisogno di una mano e dell’impegno di tutti”.

Sono poi intervenuti il Capo Dipartimento del Ministero, Giuseppe Blasi, il direttore dell’Associazione Nazionale Consorzi Gestione e Tutela del Territorio e Acque Irrigue, Massimo Gargano, e il direttore dell’Ato 4 Cuneese, Paolo Galfrè.

Interessante l’analisi svolta dal docente del Politecnico di Torino, Luca Ridolfi, che ha evidenziato come ogni persona abbia bisogno ogni giorno di una media di 175 litri di acqua per bere e per gli usi igienici, ma, in realtà, ne consumi 4400, perché la restante parte è legata alla produzione del cibo consumata. Precisando, in seguito: “Il legame acqua-cibo e le sue implicazioni ambientali, economiche e sociali, saranno sempre più decisive”.

Gli assessori regionali all’Agricoltura e alla Montagna, Giorgio Ferrero e Alberto Valmaggia, hanno sottolineato come sui due filoni si stia lavorando insieme. E Valmaggia ha aggiunto: “Non è più possibile considerare alternativo e contrastante il tema agricolo rispetto a quello ambientale. Quindi, dobbiamo operare avendo un obiettivo comune”.

L’attenzione si è poi spostata sul secondo argomento del convegno: la costruzione dell’invaso di Serra degli Ulivi di cui si parla da molti anni, però mai concretizzato.

Domenico Castelli della Steci di Vercelli ha presentato il progetto preliminare: un bacino, nei pressi dell’attuale lago di Pianfei, capace di contenere 9.200.000 metri cubi di acqua. Con quali caratteristiche? Una diga in cemento armato, ma rivestita in pietra e “mascherata” di erba per inserirsi armonicamente nel contesto ambientale dell’area non abitata, alta 56 e lunga 231 metri che raccoglierebbe, attraverso due condotte, l’acqua in eccesso dei torrente Pesio ed Ellero.

Il problema, per il momento difficile da superare, è il costo: 144 milioni di euro, pur riducibili a 115 per effetto dei ribassi a base d’asta dei lavori. Inoltre, la struttura potrebbe essere realizzata a lotti. Bartolomeo Vigna del Politenico di Torino e Fabrizio Piana del Cnr Istituto di geoscienze e georisorse, sempre di Torino, hanno illustrato gli aspetti idrogeologici  connessi all’operazione che, in questi mesi, sono in fase di approfondimento. Guido Cappellino, presidente del Consorzio 2º Grado Pesio, struttura sul cui territorio ricadrebbe l’opera, è stato deciso: “L’invaso è come avere una borraccia che i genitori devono lasciare piena d’acqua ai loro figli. Per il loro futuro”.

Il presidente della Fondazione Crc, Ezio Falco, ha dato la disponibilità dell’Ente a finanziare la progettazione definitiva. Valmaggia ha sottolineato come ci siano le condizioni per andare avanti nella sua realizzazione. Le conclusioni le ha tratte il viceministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Andrea Olivero: “Dal convegno è emerso che l’invaso gode di tre elementi di forza che sono l’ampia condivisione del territorio, un interesse non solo agricolo ma anche potabile e il basso impatto ambientale. Dopo i necessari passaggi in corso, il mio impegno sarà di fare il possibile per trovare una parte  delle risorse necessarie a costruirlo. E’ una scommessa da portare fino in fondo”. E sul tema generale dell’iniziativa: “Di qui in avanti dobbiamo lavorare pensando che l’agricoltura non disperde l’acqua, ma la prende in prestito e, poi, la restituisce al suolo”.    

roberto vanzetto

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