Attualità - 08 febbraio 2016, 15:33

Imprese artigiane: cuneese e astigiano "meno peggio" nel bilancio 2015 sulla natimortalità

La Granda tra le aree con l'inflessione più basse del tasso di crescita: l'emorragia che riguarda le ditte "individuali", però, continua senza sosta

Ferruccio Dardanello, presidente Unioncamere

Ferruccio Dardanello, presidente Unioncamere

Tutto tranne che positivo, ma allo stesso tempo tutto tranne che sorprendente, il bilancio 2015 che Unioncamere Piemonte ha steso in relazione alla "Natimortalità delle imprese artigiane": il tasso di crescita è stato registrato di -1,44% (quasi identico a quello del 2014 e comunque in linea con la media nazionale di 1,37%).

Nonostante le imprese artigiane continuino a costituire una buona parte del tessuto imprenditoriale regionale (circa il 28% sul totale), quindi, l'emorragia continua imperterrita; negli ultimi dodici mesi, il Piemonte ha visto l'apertura di 8708 attività, a fronte della chisura di 10528 di esse, per un totale negativo di 1820 unità.

La situazione rimane quindi grave, nonostante la "Granda" (e la provincia di Asti) siano tra quelle in cui la deriva percentuale si presenta come in costante rallentamento: il tasso di crescita per il cuneese è di -0,72%.

Il dato che più spaventa, però, è che nel corso del 2015 a non registrare inflessioni sono state unicamente le società "di capitale" del settore delle imprese artigiane (+2,46%), a fronte di perdite continue per le ditte "di persone" e le "altre forme": le ditte "individuali", che coprono l'80% del tessuto imprenditoriale totale, hanno registrato l'inflessione maggiore, con una perdita 1,34%.

r.g.

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