Gentile Direttore,
Quattro morettesi in Africa, in un villaggio sperduto in Burkina Faso: titoli di giornale, clamore, e, infine, un tortuoso rientro in Italia.
A tutti noi sono state rivolte molte domande riguardanti le motivazioni per aver intrapreso un'avventura poco convenzionale. Bisogna impegnarsi a fondo per capire e spiegare, raccontare qualcosa e riassumere l'insieme di azioni ed emozioni che sono il vero senso di questo viaggio. E' sempre difficile tradurre in parole emozioni di un vissuto, ma in questo caso ancora di più, perchè si è trattato di un'esperienza, almeno per due di noi che l'affrontavano per la prima volta, veramente profonda, toccante e coinvolgente.
Certo, non bisogna andare così lontano per fare qualcosa per gli altri, ma in realtà tutti noi siamo partiti con un obiettivo personale, alla ricerca di qualcosa che questo nostro mondo non sempre ci permette di vedere con facilità. Quando i bisogni altrui sono essenziali, anche le nostre esigenze di vita si trasformano e ci permettono di cogliere valori a volte dimenticati o offuscati dalla velocità che contraddistingue i nostri ritmi di vita.
In Burkina ci è stato detto "Voi avete gli orologi, noi abbiamo il tempo" e questa frase racchiude tutta la saggezza di un popolo privo di qualsiasi ricchezza materiale, ma assolutamente ricco di valori umani quali la solidarietà, l'ospitalità, la condivisione.
Il gruppo di volontari, formato in totale da tredici persone, ha portato a termine alcuni progetti di cui si è già parlato sulla stampa locale e che verranno illustrati in maniera più dettagliata venerdì 18 marzo prossimo alle ore 21 nel Salone Parrocchiale Il bagaglio di arricchimento personale è però di più difficile descrizione. Potremo raccontare episodi, alcuni divertenti, altri emotivamente importanti di cui siamo stati protagonisti, ma ciò che rimane in ciascuno di noi è un insieme di sentimenti, sensazioni che faticano a trovare una dimensione "italiana".
Ringraziamo tutta la popolazione che ci è stata vicina da prima della partenza, che poi ci ha seguito da lontano e che infine ha partecipato, con le nostre famiglie, all'ansia di un rientro tormentato dai fatti dolorosi e tragici accaduti nella capitale del paese.
Laura, Barbara, Laura, Matteo





