Scuole e corsi - 20 aprile 2016, 08:50

Gli istituti tecnici cuneesi e il Collegio dei periti industriali insieme per le scelte post-diploma

In un incontro si è discusso sugli sbocchi professionali con gli I.I.S. di Cuneo, Fossano, Mondovì e Saluzzo

Gli istituti tecnici cuneesi e il Collegio dei periti industriali insieme per le scelte post-diploma

In un momento difficile per l’occupazione giovanile alle famiglie che si domandano “ma mio figlio dove lo mando a studiare?” si potrebbe rispondere che la libera professione può offrire una possibilità ai ragazzi che vogliono darsi da fare e accogliere le sfide, rappresentando una modalità alternativa al lavoro dipendente.

Sui possibili sbocchi professionali post diploma si è discusso nell’incontro fra dirigenti scolastici e referenti degli istituti tecnici cuneesi e alcuni consiglieri (oltre al presidente, i periti industriali Alessandra Bugnano, i referenti per i rapporti con la scuola Gemma Eandi, Giovanni Favole, Piero Giorgio Olivero e Enrico Alberti) del Collegio dei periti industriali e periti industriali laureati di Cuneo che si è tenuto nei giorni scorsi presso l’I.I.S. Vallauri di Fossano.

Il presidente del Collegio Claudio Guasco ha puntualizzato che il Miur recentemente ha espresso il suo parere positivo sulla possibilità per i diplomati post 2015 di iscriversi al Praticantato e sostenere l’esame di stato per l’esercizio della libera professione: “Il Collegio di Cuneo, come altri, ha già deliberato di accettare i cosiddetti ‘nuovi Gelmini’”. L’altro argomento trattato nella riunione è legato al percorso post diploma con i  Comitati Tecnici Scientifici ed con i corsi di Istruzione Tecnica Superiore che per una carenza normativa non hanno quella valenza che lo spirito della riforma avrebbe previsto: “Questi corsi devono avere una validità per accedere alla Libera Professione, parimenti alla laurea triennale. Il laureato triennale può infatti iscriversi al Collegio se ha fatto 6 mesi di tirocinio/praticantato anche nei tre anni di studio”.

Lo scorso autunno il 56% dei ragazzi si è iscritto a licei, il resto a istituti tecnici e professionali: “Eppure  l’Istituto Tecnico resta una scuola che ha possibilità di garantire un posto di lavoro perché forma una mentalità progettuale che nessun altro Istituto offre,”, sostiene il professor Giancarlo Cardone dell’IIS Cigna-Baruffi-Garelli di Mondovì. “Facevamo gli stages in quarta, con le classiche 3 settimane, ora ci stiamo muovendo con i progetti di “alternanza scuola lavoro” ripensando al percorso formativo. Perché la proposta di un percorso tecnico di qualità può essere appetibile”.

Secondo il professor Antonio Briatore dell’I.I.S. Vallauri invece, "gli studenti frequentanti i settori tecnici del nostro istituto sono l'85% della sua popolazione che arriva a lambire i 1800 alunni. La crescita costante e regolare degli ultimi anni è dovuta alla consapevolezza che l'istituto tecnico esiste e vive in virtù proprio del tessuto aziendale del territorio limitrofo col quale deve continuamente confrontarsi per rimanere allineato alla sua continua evoluzione ed innovazione. Le aziende stanno nuovamente investendo sul tecnico ma questo deve avere competenze allineate alle richieste. Di conseguenza anche le famiglie stanno tornando ad avere fiducia negli istituti tecnici e la possibilità di uno sbocco professionale legato all'iscrizione all'Albo non può che ulteriormente giovare all'intera comunità."

I referenti per l’ITIS Delpozzo Cuneo Bruno Calisto e Marco Migliore hanno spiegato che la scuola cuneese ha già da tempo avviato il confronto con genitori e molte aziende: “Stiamo cercando di orientare, di indirizzare, c’è sempre più bisogno di sviluppo tecnologico in cui gli ITIS riescono a fornire conoscenze e competenze, gli allievi sperimentano quanto appreso durante le lezioni teoriche al fine di portare innovazione nella loro futura attività lavorativa in tutti i settori in cui si troveranno ad operare”.

Sui percorsi post diploma, il Vallauri è già sede da tre anni di corsi ITS, che riguardano l’automazione e l’innovazione di processi e prodotti meccanici, al quale si può accedere se si è in possesso di un diploma quinquennale, frequentati anche da “persone di 38-40 anni che hanno perso il lavoro e che per rientrare hanno bisogno di competenze sempre più specifiche”.

Per il perito Guasco, “la scuola dovrebbe verificare quando organizza un corso ITS se può essere abbinato ad un eventuale praticantato perché al momento tale equipollenza non c’è. Ad oggi la via più percorribile è intanto quella di cercare tra tutti di veicolare le indicazioni che provengono dai diversi canali (Scuola, Collegio, MIUR)”.

Il dirigente scolastico Antonio Colombero dell’I.I.S. Denina di Saluzzo ha condiviso quanto riportato dai colleghi e ha auspicato una fattiva collaborazione con il Collegio dei Periti Industriali, sottolineando inoltre che gli studenti diplomati nell’istituto nel corso degli studi hanno acquisito competenze tale da porli in grado di entrare nel mondo del lavoro con un’ottima preparazione.

c.s.

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