Saluzzese - 30 aprile 2016, 12:32

Momentaccio senza fine per il sindaco di Sanfront: oltre a quello della Casa di Riposo c’è da ricostruire anche il CdA della Pro Loco

Praticamente deserta l’Assemblea dei soci di inizio settimana: cosa si è rotto, a livello di empatia, fra la gente e chi ha saputo soverchiare il pronostico elettorale e vincere le Amministrative del 2014?

Alessandro Gelsomino, 92 preferenze: se fosse per i numeri toccherebbe a lui di entrare in Giunta al posto di Ferrato

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Ci sono momenti che, oltre a non venire mai soli, sembrano senza fine. Specie quelli negativi. Ne sta vivendo uno il sindaco di Sanfront Emidio Meirone che dopo aver visto naufragare sul primo scoglio il Consiglio d’Amministrazione dell’Ospedale di Carità e con all’orizzonte un laborioso rimpasto di quello dell’Asilo Infantile Roccavilla, è ora alle prese anche con il fatto – non certo secondario – di una Pro Loco con un gruppo dirigente tutto da ricostruire, presidente compreso.

All’Assemblea dei soci – convocata per i primi giorni delle settimana scorsa – hanno partecipato appena in cinque (compreso il consigliere delegato del Comune a rappresentarlo in seno all’Associazione) che, se da un lato hanno potuto provvedere all’approvazione del bilancio consuntivo relativo al 2015, nulla hanno invece potuto per dare corpo ad un nuovo direttivo.

A conferma che non si apprezza mai a sufficienza quanto passa il convento e che qualcosa deve essersi giocoforza rotto – a livello di empatia – nei confronti di quanti, esattamente due anni fa di questi tempi, avevano soverchiato il pronostico elettorale e strappato a Roberto Moine la seggiola da prima cittadino del paese.

L’attuale Associazione rimarrà “a disposizione” sino al 31 maggio prossimo (il 19 giugno c’è la “Fiera della montagna”), dopodiché rimarrà in posizione di stand by (propedeutica ad una successiva chiusura) sino al 31 dicembre.

Raramente, prima d’oggi, le crisi sono durate così a lungo. Se questa fosse l’eccezione capace di confermare la regola, qualche domanda sarebbe d’obbligo porsela. Umilmente. E senza quella presunzione d’onnipotenza che molte volte influenza le decisioni dei sindaci dei nostri paesi. E non certo solo quello di Sanfront.

Che di qui a qualche giorno dovrà risolvere più di ogni altra cosa la complicata sciarada della sostituzione del proprio capace, amato e (proprio per questo) ingombrante vicesindaco Silvio Ferrato che, dopo avergli fatto vincere le elezioni del 2014, è stato immolato sull’altare della presidenza della locale Casa di riposo. Costata però il doloroso addio di Ferrato, cui tutti da queste parti guardavano come si guarda verso un faro nella notte nebbiosa e che in paese in più d’uno definiscono un altro clamoroso errore. Se colposo o doloso o addirittura premeditato lo si capirà prima di non quanto ci si immagini.

R.G.

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