Nell'articolo, desidero approfondire il loro ruolo e le caratteristiche che contraddistinguono i nonni...
Prima di tutto, è importante sottolineare che molto spesso l’affidare i bambini ai nonni non è una scelta, ma un’esigenza, che può diventare anche un’opportunità grazie alla condivisione del ruolo educativo. Sicuramente ognuno ha un suo modello educativo secondo il quale ritiene sia giusto crescere i bambini, ma è anche vero che così come sono frequenti gli scontri tra mamma e papà sugli stili genitoriali o le linee di condotta da mantenere, a maggior ragione ci sono tra genitori e nonni o addirittura tra nonni paterni e materni. Non esiste una regola valida per tutti, ma è sicuramente fondamentale che dal momento che si decide di lasciare i propri figli dai nonni si accetta che anche questi diventino a tutti gli effetti figure educative ed affettive molto significative per i bambini. E’ normale che anche i nonni potranno avere voce in capitolo, dal momento che, se i genitori non sono presenti, rimane ai nonni l’assumersi la responsabilità di prendere piccole decisioni o abitudini che loro stessi possono giudicare più adeguate per i bambini.
In situazioni “normali” (nonni che vedono i nipoti un paio di volte a settimana) direi che il “compito” dei nonni è quello di viziare i bambini, di condividere con loro momenti di piacere condiviso, poiché il compito di dare le regole spetta ai genitori. L’essere nonni permette infatti di ritrovare alcuni gesti e affetti della paternità e maternità, ma depurati dalla responsabilità. I nonni possono rappresentare una preziosa opportunità di scambi spontanei, fantasiosi, allegramente trasgressivi.
Quando però i nonni sono presenti quotidianamente, come detto pocanzi, è importante che si facciano portavoce delle regole dei genitori, restituendo sempre a loro la titolarità del rapporto con i bimbi. Allo stesso tempo i genitori devono far sentire che le loro regole valgono in qualunque posto se sono presenti loro.
Cambiano i tempi, ma i bisogni dei bambini non si modificano, e soprattutto si ribellano alle necessità di anticipare i passaggi e di crescere in fretta dei tempi moderni. Psicologicamente il bambino ha bisogno che i ruoli delle sue figure di riferimento siano chiari, di sapere che i suoi riferimenti principali sono i genitori, e di essere protetto da confusioni o conflitti di lealtà che lo pongono al centro di diatribe tra genitori e nonni.
I Nonni con la “N” maiuscola sanno rinunciare a dare le loro soluzioni, per far sì che i propri figli, anche attraverso gli errori, si approprino della fatica e dell’orgoglio di essere genitori. Sempre mettendo al primo posto il bene dei bambini.
É importante che i genitori abbiano risolto i conflitti con i propri genitori (nonni), e siano riusciti a emanciparsi psicologicamente. In caso contrario, il rischio è che si deleghi ai nonni il ruolo educativo, consentendo loro un’“invasione di campo” che non fa che confondere il bambino e sottrarre autorevolezza ai genitori, che non vengono sentiti come riferimenti.
I nonni possono concedere delle piccole “trasgressioni” alle regole giustissime imposte dai genitori.
Le proibitissime caramelle comprate apposta per i nipotini e che si mangiano solo a casa dei nonni, il permesso di stare alzati un po’ di più la sera, quando si fermano a dormire da loro... L’importante è che sia chiaro che si tratta, appunto, di trasgressioni, possibili solo con i nonni e non altrove, e che noi le concediamo perché, come tutti sanno, i nonni sono molto teneri!
Così, pian piano, si crea con i bambini una complicità e una confidenza destinate a resistere nel tempo, a creare ricordi dolcissimi e a riemergere, nonostante tutto e malgrado qualche traballamento, anche nel burrascoso periodo dell’adolescenza, fino all'età adulta.
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