- 02 novembre 2016, 06:45

Rabbia o aggressività passiva? Impariamo a riconoscerle

La rabbia ė un comportamento disfunzionale molto diffuso, socialmente inaccettabile se manifesto, ma socialmente accettabile se nascosto

Rabbia o aggressività passiva? Impariamo a riconoscerle

Prima di tutto, bisogna sottolineare come la rabbia sia una emozione umana naturale. È alla base di moltissime esperienze umane. Fin da piccoli, però, si ė istruiti al fatto che la rabbia è negativa e non va espressa. Durante il periodo dello sviluppo emotivo, quando siamo molto sensibili alla pressione sociale da parte dei genitori, degli insegnanti e degli adulti di riferimento, impariamo che per essere “buoni” dobbiamo evitare un’onesta auto-espressione e nascondere i sentimenti di rabbia.

Che cos'è la rabbia? La rabbia è una emozione primitiva che può essere osservata sia in bambini molto piccoli che in specie animali diverse dell'uomo e insieme alla gioia e alla tristezza, la rabbia è una tra le emozioni più precoci. La rabbia fa parte della triade dell'ostilità insieme al disgusto e al disprezzo e ne rappresenta l'emozione di base. Tali sentimenti si presentano spesso in combinazione e pur avendo origini, vissuti e conseguenze diverse risulta difficile identificare l'emozione che predomina sulle altre.

Moltissimi sono i riferimenti linguistici che indicano questa reazione emotiva: collera, esasperazione, furore ed ira, irritazione, fastidio, impazienza. La rabbia rappresenta la tipica reazione alla frustrazione e alla costrizione, sia fisica che psicologica. Ci si arrabbia quando qualcosa o qualcuno si oppone alla realizzazione di un bisogno.

Proseguendo nella lettura dell'articolo non troverete però sottolineati e analizzati i comportamenti manifesti di un' esplosione di rabbia, ma gli altri meccanismi subdoli e inconsci che fan si che la rabbia sia socialmente espressa ed accettata, ma non dichiarata.

Quando i bambini imparano che non possono esprimere la rabbia apertamente, onestamente e direttamente all’interno delle relazioni, l’emozione non svanisce, ma viene gestita in modi alternativi, cioè comportamenti socialmente accettabili, espressioni aggressivo passive come ad esempio fare promesse e non mantenerle, procrastinare, inventare scuse, lamentarsi ed assumere atteggiamenti vittimistici e tanto altro. Tali comportamenti sono appresi dai bambini piccoli, siccome non nascono con la capacità di comunicare i loro sentimenti, ma si devono modulare in relazione alle figure di riferimento è al contesto. Già nei bambini, comportamenti aggressivo passivi come tenere il broncio e ritirarsi emotivamente indicano una espressione emotiva immatura.

Da adulti, dunque, i comportamenti passivo aggressivi, vengono razionalizzati e il comportamento porta a sottolineare una situazione vittimismistica e incastrare l' altro in una relazione problematica. Quando non ci si mette in discussione, l’altro diventa nemico e conferma il proprio stato di vittima.

L’aggressività passiva comprende anche molti comportamenti volti a “vendicarsi” nei confronti di un’altra persona senza che quest’ultima riconosca la rabbia sottostante in tali azioni. Inoltre, l'aggressività passiva può essere messa in atto per evitare conflitti percepiti come faticosi e quindi comportamenti pratici, come piccole bugie o omissioni, portano a una risoluzione più veloce e conveniente( es: non avere voglia di fare qualcosa, rimandàre e mentire).

Attraverso la negazione dei sentimenti di rabbia, il ritiro dalla comunicazione diretta, l’assunzione del ruolo di vittima, il repressore di rabbia crea negli altri la sensazione di trovarsi in un continuo stato ambivalente. Attraverso le vendette nascoste, l’individuo aggressivo passivo costringe gli altri ad agire la loro rabbia repressa, passando dunque dalla parte della ragione e ponendo l' altro nel torto.

A breve termine, i comportamenti aggressivo passivi possono essere più convenienti del confronto e in genere richiedono meno capacità assertive, ma a lungo termine però, il comportamento aggressivo passivo è ancora più distruttivo per le relazioni interpersonali di quello aggressivo. Nel corso del tempo, praticamente tutti i rapporti con una persona passivo aggressiva diventano confusi, distruttivi e disfunzionali.

William Somerset Maugham scrive che “Per ogni minuto che passiamo in preda alla rabbia, perdiamo sessanta secondi felici”, Robert Ingersoll aggiunge: “La rabbia è una raffica di vento che spegne la lampada dell’intelligenza. Nell’esaminare una questione importante si dovrebbe essere sereni, pacati e calmi.” e Saffo conclude: “Quando l’ira si diffonde nel petto tieni a freno la lingua che abbaia al vento”.

ernestina fiore

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