Attualità - 04 novembre 2016, 17:40

Saluzzo, festa del 4 Novembre: serve il coraggio dei nostri nonni per una nuova Italia

Cerimonia nello spazio verde di piazza Castello con autorità militari e civili e studenti

Saluzzo Festa del 4 Novembre in piazza Castello

Saluzzo Festa del 4 Novembre in piazza Castello

Il momento commemorativo centrale del 4 Novembre a Saluzzo, dopo il cerimoniale d’onore al monumento dei caduti  in piazza Vittorio Veneto, è avvenuto nello spazio verde di  piazza Castello, dove lo scorso anno, nella stessa data, è stata inaugurata la stele intitolata ai Saluzzesi insigniti della medaglia d'argento al valore militare nella Grande Guerra. Folta partecipazione di autorità militari, Carabinieri, Guardia di finanza, Polizia municipale, di associazioni combattentistiche e d’Arma e di classi della scuola Media La Rosa Bianca, del liceo Bodoni e Soleri- Bertoni, che hanno presentato letture di poesie e brani.

Dal primo cittadino Mauro Calderoni la riflessione partita dai valori e dal sacrificio di vite umane in nome dell’Unità di Italia, per arrivare alle tragedie del mare e del terremoto e per diventare consegna ai ragazzi d’oggi del compito di costruire, in una società multietnica, una nuova Italia unita e migliore.

"Fu nelle trincee della Prima Guerra mondiale che molti giovani, i nostri nonni  e bisnonni di diverse regioni italiani, con cultura e abitudini del tutto differenti, nemmeno parlando la stessa lingua ( immaginate un piemontese e un siciliano che parlavano solo in dialetto) sancirono con il loro sacrifico la nascita di quella che oggi chiamiamo Italia.

Da allora l’Italia è una e indivisibile. Diffidiamo delle semplificazioni che vogliono un paese diviso tra Nord e Sud, tra chi lavora e chi se ne approfitta, tra una parte onesta e una malavitosa. I nostri antenati hanno lottano troppo duramente per essere un solo popolo e, su questo, non  si specula".

La convivenza tra diversi, ha continuato il sindaco,  ha reso possibile la nascita e la prosperità dell’Italia, prima combattendo fianco a fianco nelle trincee poi lavorando fianco a fianco nelle grandi fabbriche del Nord.  "Venivano  dai monti, dal Veneto depresso, dal Sud sgangherato, quei ragazzi  che hanno fatto l’Italia".

Il passaggio quindi all'attualità della tragedia dei barconi. "Oggi altri ragazzi, altri diversi, arrivano dal mare e scappano da guerre più  sanguinarie di quella del 15/18, dalla miseria più assoluta".  E, l'interrogativo ad alta voce: "perché non possono essere accolti nel nostro paese e lavorare al nostro fianco per costruire  una Italia nuova?".

Il Mediterraneo non come trappola di morte ma  come ponte e prospettiva del futuro e "le nostre forze armate non solo cuscinetto tra conflitti senza fine o soccorritori di barconi di disperati, ma  portatori di speranza e avanguardie di un paese che vuole accogliere e costruire un futuro migliore.  Serve un progetto di società e  di nuova Europa che sappia accogliere il diverso,  così come il diverso costruì  una Italia unita".

"Serve il coraggio dei nostri nonni  e il non fermarsi alle apparenze".  E, questo lo potete fare voi ragazzi , ha concluso Calderoni, che siete cresciuti  in una società che è stata da subito multietnica.  E, allora voi siete la speranza di  saper tener insieme le diversità e farne elemento positivo  e non critico".

L’ultimo pensiero per la tragedia che sta colpendo gli italiani del Centro, di cui sono stati testimoni i due tecnici del comune di Saluzzo che la settimana scorsa, sono  stati nei luoghi del sisma per aiutare l’amministrazione di Montemonaco nelle pratiche di inagibilità delle abitazioni.

Un lavoro vanificato dalla forte scossa di domenica e dalle successive che ha rimesso nel terrore le popolazioni del luogo e nell’impossibilità di accedere alle loro abitazioni “Di fronte alla tragedia nazionale e a chi arriva nel nostro paese, alla ricerca di pace e serenità,  dobbiamo essere uniti e compatti per rispondere a questo grido di dolore”.

Dei vari momenti celebrativi, il gruppo bandistico città di Saluzzo, ha sottolineato le emozioni e la partecipazione.

Al termine, la messa nella chiesa di  San Giovanni celebrata dal vescovo monsignor Giuseppe Guerrini.

Vilma Brignone

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