Solidarietà - 11 dicembre 2016, 19:14

Un quaderno ritrovato ricorda la bovesana Giulia Mereu, morta nel 1996 a 27 anni in Croazia

Alla Scuola di Pace la testimonianza di Vivien Massolino, compagna di scuola della giovane funzionaria Onu. Intelligenza e generosità non comuni, nei testi scritti a 14 anni alle medie di Boves. Morì per aiutare una profuga a riabbracciare la figlia

Boves, Vivien Massolino Mantelli ricorda Giulia Mereu alla Scuola di pace. Al tavolo Enrica Giordano e Karla Georgina Martinez Herrera

Boves, Vivien Massolino Mantelli ricorda Giulia Mereu alla Scuola di pace. Al tavolo Enrica Giordano e Karla Georgina Martinez Herrera

 

Giulia Mereu morì venti anni fa,  il 7 dicembre del 1996 a 27 anni, in un incidente stradale  in Croazia. Si trovava da alcuni mesi nell’ex Jugoslavia, per conto dell’Onu, con il compito di coordinare l’assistenza alla popolazione locale e monitorare il ritorno dei profughi e dei rifugiati nei loro Paesi. 

Era il suo giorno di riposo, ma volle accompagnare ugualmente una donna profuga a riabbracciare la figlia, dopo anni di lontananza per la guerra.  

La generosità e l’altruismo di questa giovane donna di origini lucchesi, alla quale Cuneo ha intitolato una via, è stata ricordata alla Scuola di pace di Boves dove un’aula porta il suo nome.

La testimonianza attraverso  le parole di una compagna  di scuola delle elementari e medie a Boves: Vivien Massolino Mantelli che poche settimane fa, casualmente, ha trovato il quaderno di Giulia.

Profondità e maturità  non comuni a 14 anni, sono emerse dalla  lettura  di  brani delle sue ricerche, in apertura  della  conferenza del  Console generale di El Salvador Karla Georgina Martinez Herrera, nella serata coordinata da Enrica Giordano della Scuola di Pace.

Un quaderno ritrovato che nel ventennale della morte della giovane in missione Onu, testimonia la forte personalità di Giulia e rende omaggio alla sua  giovane vita  e al sentimento di amicizia delle due ex compagne di classe.

Lo scorso settembre, presa dalla disperazione per la quantità di libri di scuola, quaderni dei figli, giochi rotti, mobili vecchi accumulati in anni in cui la vita ti dà solo il tempo di accantonare e accantonare, ho iniziato lo sgombero del garage. – racconta Vivien Massolino -  Ho aspettato il 12 settembre, il primo giorno di scuola, per gustarmi senza interruzioni (ho tre figli..) questa fatica.  Tra tutti gli scatoloni, ne spiccava uno particolarmente vecchio. Era pieno di quaderni e libri di quando ero piccola, probabilmente infilato da mia madre in un momento di suo sgombero… Che bello è stato leggere i miei temi e sfogliare i miei libri ormai gialli e pagliericci… un quaderno in particolare mi ha resa fiera di me: scrivevo davvero bene per i miei 14 anni! Che proprietà di linguaggio, che ideali… Ah! Ecco! Non ero io!! Con mio grande stupore mi resi conto che quello che stavo leggendo era il quaderno di italiano della mia amica Giulia Mereu e in quel fiume di parole prendeva corpo  traspariva tutta l’umanità, l’amore per la giustizia e per la diversità dei popoli che avrebbero contraddistinto e ispirato la sua breve vita. Dopo le elementari e le medie frequentate insieme ci perdemmo di vista. Dopo il classico se ne andò a Pisa a studiare e poi il lavoro all’ Onu. Quest’anno sono vent’anni che Giulia non c’è più ma molto si è fatto per ricordarla e per far rivivere i suoi ideali. Una delle Top University Inglesi la Essex, per esempio, le ha dedicato una borsa di studio che annualmente ricerca un ragazzo/a che altrimenti non avrebbe la possibilità di studiare i diritti umani."

In questo meraviglioso quaderno scritto nel 1983,  in cui si trovano temi che vanno dall’analisi del Cim (Comitato Integrativo per le Emigrazioni)  organo che collabora con l’ONU per cui lavorerà da “grande”, agli zingari,  a tematiche sulle donne, a considerazioni sugli anziani, emerge la sua acuta capacità di analisi “e quanto  fosse una persona speciale con valori di fratellanza e altruismo unici” .

“Poi lo consegnerò alla mamma di Giulia – conclude Vivien Massolino- con la speranza di ravvivare tutto l’orgoglio e la soddisfazione che immagino lei abbia già, per una figlia che così presto ci ha lasciati ma cosi intensamente ha vissuto”.

Vilma Brignone

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