Attualità - 30 dicembre 2016, 07:10

No ai "botti" di Capodanno in molti comuni della Granda... ma è davvero possibile vietarli?

Il caso di Roma apre una serie di dubbi sulla validità delle ordinanze emanate da moltissimi sindaci cuneesi. Il sindaco di Boves, anche quest'anno, non ha emanato l'ordinanza di divieto

Immagine di repertorio

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In molti comuni della provincia di Cuneo, così come nel resto d'Italia, i sindaci hanno emesso ordinanze per vietare i “botti” di Capodanno, limitando quindi l'utilizzo di articoli pirotecnici. Alcune ordinananze, come per esempio quella emanata dal Comune di Cuneo, parlano di fuochi d’artificio, petardi, mortaretti e artifici esplodenti in genere senza ulteriore specifica.

Ma queste ordinanze sono corrette? Perché quella della Raggi è stata sospesa e, di fatto, annullata? Per la parola assoluto? Oppure per il divieto anche di usare materiale esplodente "declassificato", ossia potenzialmente non pericoloso, a meno di 200 metri dai centri abitati, dalle persone e dagli animali?

Al di là dei giudizi personali, il Ministero dell'Interno avrebbe espresso parere discordante rispetto alle situazioni in cui certe ordinanze sono state emesse.

Boves, già l'anno scorso, era stato un "caso" in quanto, tra i comuni di dimensioni medie, NON aveva emanato l'ordinanza. Il sindaco Maurizio Paoletti di recente è stato intervistato da una rivista italo-tedesca proprio per il suo NO al divieto. Al di là dell'oggettiva impossibilità di controllare il rispetto del divieto, per Paoletti si tratta anche di una personale convinzione: "Un capodanno senza botti è come andare allo stadio e non poter gridare quando la tua squadra fa goal. A Capodanno quattro petardi non sono certo la fine del mondo da sanzionare (ho detto quattro petardi e non la bomba maradona eh!)..."

Un'altra riflessione: "Ho un cane, un gatto e anche due corvi praticamente addomesticati, per cui amo gli animali. Ma non posso che restare sconcertato di fronte alla levata di scudi per il benessere di cani e gatti.. mi piacerebbe che ci fosse la stessa tenacia per la difesa dei bambini di Aleppo, che sono sotto le bombe".

Quali sono le motivazioni per cui i “botti” possono essere vietati?

Uno dei motivi per cui è possibile vietare i “botti” è l'assenza del marchio CE: nel caso non fosse presente sugli articoli, questi sarebbero quindi considerati non conformi, quindi illegali e andrebbero vietati, per garantire la sicurezza personale e pubblica.

Il “divieto” può inoltre essere imposto se occorrono situazioni contingibili e urgenti, considerati extra-ordinem: essendo quindi straordinarie devono riportare una data di inizio e fine di limitazione. Le amministrazioni comunali che avrebbero imposto il divieto in modo permanente non si concilierebbero dunque con le necessarie caratteristiche di urgenza.

Di recente il Prefetto Caterino di Rovigo, ha presentato una lettera ufficiale indirizzata alle Autorità e al Sindacato Nazionale Operatori Pirotecnici, in cui evidenzia la situazione, citando anche una decisione del Tar Liguria che, nel novembre 2015 ha stabilito che "l'adozione di una ordinanza contingibile e urgente sussiste se con congrua motivazione a prevedere l'impossibilità di fronteggiare l'emergenza con i rimedi ordinari". Ma essendo i “botti” eventi che si verificano ogni anno nel periodo di festività natalizie, non sarebbero considerati, secondo il Prefetto Caterino, una situazione extra-ordinem.

Infine tutte le misure del genere devono essere comunicate preventivamente ai singoli Prefetti, che rappresenta l'autorità competente nel vietare gli articoli pirotecnici. Botti si o botti no? Chissà quanti “appassionati” resisteranno dall'accendere almeno un petardo, una fontanella o un articolo pirotecnico.

bsimonelli

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