Attualità - 27 marzo 2017, 16:19

Cardé rifiuta l'adesione al sistema di protezione per richiedenti asilo: "Non abbiamo risorse umane o immobili idonei"

A scrivere è il vicesindaco della cittadina, Matteo Morena: "La nostra preoccupazione è il destino di queste persone dopo il periodo di richiesta di asilo politico"

Matteo Morena, vicesindaco di Cardè

Matteo Morena, vicesindaco di Cardè

"Pur condividendo la grave situazione di emergenza internazionale e la doverosa ed equa necessità di una redistribuzione dei richiedenti asilo sul territorio dei vari comuni, questa amministrazione evidenzia che allo stato attuale non sono disponibili immobili di proprietà e/o in godimento, idonei ad ospitare migranti richiedenti asilo, né il comune ha risorse umane in numero sufficiente a gestire direttamente un servizio del tipo richiesto."

Con queste parole inizia la comunicazione che il vicesindaco di Cardè Matteo Morena ha inviato negli scorsi giorni alla nostra redazione.

Oggetto della lettera (come si può facilmente evincere) il rifiuto da parte dell'amministrazione comunale all'accoglimento di 6 soggetti tra migranti e richiedenti asilo all'interno del territorio comunale e la conseguente rinuncia alla partecipazione al sistema SPRAR (sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati): il vicesindaco ha rivolto la comunicazione ufficiale al prefetto di Cuneo Giovanni Russo nella giornata del 15 marzo scorso, sottolineando come a Cardè non esistano in questo momento strutture potenzialmente riservabili all'accoglienza degli eventuali soggetti.

"Nel cuneese vi sono già oltre 2100 migranti - sottolinea ancora Morena - e la nostra preoccupazione, come quella della maggior parte della gente, è il destino di queste persone dopo il periodo di circa 24 mesi di richiesta di asilo politico: solo il 5-8% di loro riceve lo status di rifugiato politico, mentre il 30% riceve la “protezione sussidiaria umanitaria”. Alla restante parte, non avendo i requisiti necessari, viene notificato un decreto di espulsione con l’obbligo di lasciare il Paese, cosa che difficilmente avviene date le numerose inosservanze da parte degli stessi, che diventano a quel punto immigrati clandestini e creando potenzialmente problemi di sicurezza e gestione per il territorio."

Posizioni condivisibili e senza dubbio condivise da diversi altri amministratori della Granda, quelle del vicesindaco di Cardè, che conclude la sua comunicazione sottolineando come questa presa di posizione non sia altro che la sottoscrizione di una linea di condotta e di pensiero già comune negli ultimi due anni sull'arrivo di possibili migranti.

La mancanza di strutture idonee all'accoglienza, però, è una realtà tutt'altro che immutabile, come si è visto in altre zone della provincia: per Cardè, quindi, la questione potrebbe presto rivelarsi ben lontana dall'essere conclusa.

s.g.

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