Abbiamo letto l’intervista, rilasciata alla stampa dal rappresentante della Coldiretti di Saluzzo, in merito alla ricerca effettuata dall’IRES Morosini per la CGIL cuneese e siamo rimasti stupiti nel trovarvi alcune affermazioni.
Forse il signor Dotto non ha letto con molta attenzione il contenuto dell’inchiesta e quanto affermato nella presentazione del 10 marzo durante la quale non abbiamo generalizzato, abbiamo anzi evidenziato che la grande maggioranza delle imprese agricole sono sane, cioè rispettano leggi e contratti.
La ricerca è stata rivolta in particolare ai lavoratori stagionali che vivono in situazioni difficili, parliamo del campo gestito dalla Caritas e di alcune situazioni in Langa.
L’analisi è significativa anche perché, oltre ai lavoratori, sono stati intervistati molti testimoni privilegiati (Istituzioni, associazioni datoriali, Enti pubblici ) che hanno confermato quanto scaturito dall’indagine, nelle situazioni di disagio molti sono i lavoratori in nero e/o sotto retribuiti.
Questo è solo un aspetto della ricerca, la parte più importante è rappresentata dalle proposte. Chiediamo innanzitutto di alzare il livello culturale della discussione, provando a pensare a “buone pratiche" e immaginando un “modello di sviluppo sostenibile” per l’agricoltura in questo territorio.
Nel saluzzese tutti gli anni si riversano centinaia e centinaia di lavoratori africani, molti dei quali faticano a trovare lavoro e di cui una minima parte lavora a Saluzzo, che si spostano in bicicletta mettendo in pericolo la propria incolumità, rischiando di provocare incidenti, visti il notevole traffico e una rete viaria insufficiente.
Noi pensiamo che sia possibile creare liste di collocamento pubbliche dove si incontrino domanda ed offerta, per sapere in anticipo dove c’è necessità di avere manodopera. Servirebbe ad evitare il lavoro nero, eviterebbe gli spostamenti e coinvolgerebbe maggiormente i comuni della zona.
Ed ancora: è possibile immaginare una sorta di “marchio etico” per tutte le imprese che rispettano i contratti e le leggi? Potrebbe aiutare a valorizzare il prodotto, che sconta ormai una competizione globale e costi superiori ad altri territori, dovuti in particolare a problemi di logistica. Noi crediamo nell’agricoltura di questo territorio, se ne parliamo è per cercare di valorizzarla al massimo.
La Coldiretti risponda alle nostre proposte, stia sul merito delle questioni poste. Più di 40 anni fa è nato l’ente bilaterale Ebat FAVLA, che è stato un buon strumento per aiutare le aziende e i lavoratori agricoli, oggi, nel 2017, pensiamo sia necessario fare un passo avanti.
La Segreteria provinciale Cgil Cuneo





