Persona straordinaria, leggera, ironica e tenace. E anche grande magistrato, esperto e appassionato. Così era e sarà per sempre Fabrizio Caccioppoli nel ricordo di tante persone che lo hanno conosciuto e che solo in parte stamattina, a causa della mancanza di spazio, hanno potuto partecipare in Tribunale all'inaugurazione della “Aula B” intitolata alla memoria dl giudice mancato il 18 luglio 2016 a soli cinquant'anni. Nato a Roma, Caccioppoli era arrivato in Pretura nel 1998 dopo aver scelto la sede di Cuneo perché gli piaceva la città a misura d'uomo, ritenendola il luogo ideale per viverci con la sua famiglia.
Da subito si erano mossi in tanti perché quella piccola aula gli venisse dedicata, dal personale del Palazzo di Giustizia, ai Cancellieri, assistenti e collaboratori, la Procura, i colleghi magistrati e il Foro degli Avvocati di Cuneo.
Oggi erano presenti la moglie Camilla Pallavicino, i figli Francesco e Marco, il fratello Francesco e altri parenti. Il tempo a disposizione stamattina era purtroppo poco, così solo alcuni hanno potuto ricordare l'uomo e il giudice, che lui incarnava insieme nella forma più alta. Il presidente del Tribunale Paolo de Marchi: "Una persona straordinaria. Ricordiamo un grande magistrato e un grande uomo che ha lasciato stima e amicizia, due aspetti che si integrano a vicenda". Poi, rivolgendosi ai figli: "Vostro padre se ne è andato via presto. Seguite il suo esempio e diventerete anche voi grandi uomini".
Francesca Nanni, capo della Procura: "Questa è sempre stata la mia auletta preferita e mi viene il dubbio che il motivo sia stata la sua presenza. Fabrizio vi manca come uomo come collega esperto e appassionato e come amico".
Claudio Streri, presidente dell'Ordine degli avvocati di Cuneo: "Fabrizio lo associo alla leggerezza di Calvino nelle "Lezioni americane". Era autoironico, non si prendeva troppo sul serio e aveva una grande capacità di vedere le cose dall'alto. Oggi, intitolandogli l'aula, oggettiviamo il ricordo di un uomo".
La moglie Camilla Pallavicino è intervenuta per ringraziare tutti: "Oggi nell'entrare qui mi si tagliavano le gambe per l'emozione. Questo è un gesto bellissimo, non scontato. Ringrazio i miei figli, che ogni giorno mi regalano frammenti di Fabrizio, uomo capace di regalare sempre la verità di se stesso. Siete stati tutti una famiglia per me".
Le due targhe, quella esterna all'aula e quella interna, riportano il nome utilizzando il carattere prediletto dal giudice, il “Bookman old syle”: “E' stata una scelta non casuale”, ha spiegato la collega Elisabetta Meinardi, che con Caccioppoli ha condiviso un'amicizia fraterna quasi ventennale. “Anche lui era “old syle” per come si rapportava con le signore. Era dotato di una galanteria spontanea, e mi piacerebbe che venisse ricordato anche per questo”.
Infine Paola Epifani, della cancelleria penale: "Ci faceva anche tanto ridere, oggi si arrabbierebbe nel vederci piangere. Gli siamo tutti grati perché ha formato una generazione di cancellieri, insegnandoci a lavorare con spirito di servizio e attenzione e rispetto verso il cittadino”.




