Il preconsiglio di ieri sera non è servito a diradare la nebbia nella quale ancora si dibatte la maggioranza a poche ore dalla convocazione del primo Consiglio comunale di Cuneo post voto, prevista per le 17 di oggi.
A parte malumori e mugugni, che comunque non mancano, il nodo da sciogliere per la presidenza del Consiglio è tutto politico.
I Moderati incalzano il Pd e hanno fatto del “caso Cuneo” una vicenda che sta creando una serie di grattacapi nel capoluogo regionale al segretario regionale Pd Davide Gariglio.
Mimmo Portas, leader dei Moderati, ha preso a pretesto il mancato coinvolgimento nell’esecutivo di Cuneo della sua lista per scatenare un’offensiva nei confronti del Pd che potrebbe anche concludersi con un passaggio di schieramento dal centrosinistra al centrodestra.
Il fatto che a Cuneo i Moderati, che hanno portato in dote a Federico Borgna 1089 voti (4,56 per cento), siano stati ignorati nella formazione della giunta, ha suscitato le loro rimostranze non tanto nei confronti del sindaco quanto del Partito Democratico, di cui Borgna viene ormai considerato esponente a tutti gli effetti.
La coordinatrice provinciale e consigliera regionale dei Moderati Carla Chiapello ha riproposto la questione avanzando la richiesta che il consigliere eletto, Alberto Coggiola (205 preferenze personali), sia coinvolto, fosse anche solo in regime di staffetta, nella presidenza del Consiglio.
A presiedere, ieri era, la riunione di maggioranza è stata la vicesindaco Patrizia Manassero, dal momento che Borgna era impegnato in un Consiglio provinciale itinerante tenutosi nel municipio di Bagnolo.
Quando già la staffetta Antonino Pittari (Pd) – Alessandro Spedale (Cuneo Solidale e Democratica) era data per scontata, ecco riemergere un problema politico che travalica la cinta daziaria di Cuneo.
Ernesto Principe, portavoce dei “Solidali”, ha ricordato che esiste un “patto tra gentiluomini” che va rispettato.
Per il Partito Democratico si pone un dilemma di non facile soluzione: sacrificare il povero Pittari per salvaguardare l’alleanza regionale e nazionale con i Moderati o andare avanti comunque assumendosi la responsabilità della rottura?
Quella di oggi sarà, com’è facile immaginare, una giornata nella quale le telefonate tra Cuneo e Torino e Torino e Roma si sprecheranno.
E’ probabile, visto che il tempo è strettissimo, che nulla muti e che Pittari resti l’uomo che la maggioranza dovrebbe votare alla presidenza.
Ma se dalla capitale venisse richiesto un sacrificio al medico di base, ex Italia dei Valori, secondo eletto nella lista del Pd con 300 preferenze, che farà il gruppo Pd cuneese? Lo difenderà erga omnes o si piegherà alla ragion di partito?
Se questo è lo scoglio principale di una giornata politica che si annuncia nuovamente tesa, anche sulla staffetta con Spedale nessuno se la sente di scommettere.
In Consiglio comunale non se ne farà cenno (se non vagamente) e tutto sarà demandato, tra due anni e mezzo, al rispetto di quel “patto tra gentiluomini” invocato dal coordinatore dei Solidali e Democratici.





