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Saluzzese | 19 novembre 2017, 16:15

Aperta la mostra omaggio a Giulio Boetto, che scelse Saluzzo e il paesaggio

Inaugurata ieri alla Castiglia la mostra "La Scelta di Giulio". Si muove intorno a tre quadri del pittore, con installazioni multimediali, grafica e musica. Sarà aperta fino al 2 aprile prossimo. Il primo passo di un progetto in divenire verso una collezione permanente a Saluzzo

Giosuè Boetto Cohen, Alida Anelli residente Ur/ca, l'assessore alla cultura Roberto Pignatta

Giosuè Boetto Cohen, Alida Anelli residente Ur/ca, l'assessore alla cultura Roberto Pignatta

Inaugurata ieri alla Castiglia “La scelta di Giulio” la mostra omaggio al pittore Giulio Boetto, “torinese di Saluzzo” che scelse la città, come luogo di vita e attività artistica. Sarà aperta fino al 2 aprile.

E' “spettacolo” diffuso e non la classica raccolta di quadri, dei tanti che il pittore dipinse, a partire dalla giovane età fino alla sua morte nel 1967. Era già un personaggio celebre a 24 anni, alla fine della Grande Guerra, artista cresciuto alla Accademia Albertina, conteso dai salotti culturali, pluripremiato, richiesto dai giornali per le sue caricature. Anche il re d’Italia aveva acquistato due suoi quadri.

Quello della Castiglia è un allestimento multimediale che cattura per appeal, lungo il tragitto in alcune sale della manica ottocentesca dell’ex castello marchionale, coinvolgendo in modo giocoso, intorno ai criteri ispiratori del progetto, già contenuti nel titolo da film “La scelta di Giulio” e nel provocatorio sottotitolo “viaggio di un paesaggista del secolo che distrusse il paesaggio”.  

Criteri che hanno guidato il curatore della mostra Giosuè Boetto Cohen, nipote dell’artista, giornalista e regista di programmi culturali per la Rai con collaborazioni per i maggiori musei nazionali.

La mostra è promossa dal Comune e dalla Fondazione Artea, organizzata dall’associazione Ur/ca Casa laboratorio di Saluzzo. “Per ricordare Boetto –afferma l’assessore alla cultura Roberto Pignatta - nei 50 anni dalla morte. Un pittore  torinese che ha scelto Saluzzo, compiendo una scelta inversa rispetto ad altri. Una mostra con un  percorso particolare che mette insieme la pittura, la grafica, la cinematografia, le installazioni video, la musica. E’ importante dal punto di vista istituzionale. Dopo la rifondazione di Artea è il primo evento  che concretizza la mission che la Regione le ha  assegnato: la valorizzazione  del patrimonio culturale del Cuneese a fianco di amministrazioni e operatori" come ha ricordato anche la presidente di Artea Michela Giuggia, intervenuta con tanti al taglio del nastro.

La  mostra è  il primo capitolo di un progetto in divenire tra gli eredi di Boetto e l’Amministrazione saluzzese che potrebbe approdare alla costituzione (come già è avvenuto per Matteo Olivero) di una collezione permanente, dedicata alle opere del pittore. E, per ispirazione di queste alla tutela del paesaggio italiano, filo conduttore del viaggio in cui il  visitatore entra alla Castiglia, attraverso tre opere emblematiche: “La casa del prete” (1918), “Luce del mattino a Sauze d'Oulx” (1923) e “Fine del mercato a Saluzzo” (1961).

Intorno alle tre tele “capitali” (rielaborate graficamente grazie alla collaborazione di “In Testa” - Gruppo Armando Testa, Spa), ruotano  le vicissitudini storiche e artistiche del "Secolo Breve", evocato da una sintesi filmata di repertori, fotografie, documenti in gran parte inediti e  dalla  proiezione de “La compagnia dei matti” 1928, regia di Mario Almirante, scenografia di Giulio Boetto, insieme a una serie di elaborazioni grafiche. Visibili in una sala cinema, con sedie originali del vecchio cinema carcerario che aveva sede in quest’ala, fino agli anni ’90.

Il paesaggio domina la scena. La poetica di Giulio Boetto sembra quasi ispiratrice, a distanza di un secolo, di quella tendenza di riscoperta di  “vita naturale”  dopo i danni arrecati al paesaggio nel Novecento.  “Il secolo che ha distrutto il paesaggio per ignoranza amministrativa e incultura.- ha sottolineato Giosuè Boetto Cohen, tratteggiando la vita appassionata del pittore. - Dopo la Grande Guerra, Giulio sente tutto il grande fermento artistico proteso verso il nuovo, a Torino come nella vicina Francia. Ne è attratto e respinto. Rimasto folgorato dalle nevi di Segantini, incredibilmente decide di tagliare i ponti, chiude con Roma dove aveva iniziato a fare lo scenografo con le grandi società di produzione di Torino, rinuncia a tutto questo e sceglie ( La scelta di Giulio) Saluzzo, per dedicare ancora una stagione alla pittura dal vero, en plein air, quella che parlava a tutti.

Qui, ai piedi del Monviso, inizia la sua ricerca: vita di paese, neve, mercato del bestiame, pascoli, pastori e  ci si dedica in maniera coerente per trent’anni, con una tecnica strepitosa.  Non farà nient’altro che questo. Boetto, come altri pittori in altre regioni, hanno avuto il grande merito di raccontare il paesaggio per l’ultima volta, come era prima della distruzione. Il suo spirito poetico è un invito a riflettere e a guardare al paesaggio piemontese com'era”.

Come fa la mostra.

A ogni quadro segue una sala dedicata al video, un’immersione nel paesaggio descritto dal pittore, attraverso gli anni, che narra  lo scorrere del tempo e i mutamenti che il paesaggio vive. "Nelle installazioni, i quadri cambiano:  la casa, la montagna, il mercato del bestiame a Saluzzo, tornano trasformati, come se una metamorfosi li attraversasse, interpretati dai grandi stili del Novecento. Un gioco che sottolinea l’evoluzione della pittura, quella che invece  Giulio ha deciso  di tenere legata a sé".

Questo spettacolo Son et lumière, continua il curatore, ha una componente molto importante: la musica, originale e creata ad hoc. E’ una suonata divisa in tre parti, composta da Marco Robino, fondatore dell’ensemble Architorti, autore delle colonne sonore di opere e lungometraggi di Peter Greenaway, degli allestimenti alla Venaria Reale e dell'installazione del Sarcofago degli Sposi per il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia e Genus Bononiae a Bologna.

Chiude la mostra una sala con alcuni quadri  di Boetto di proprietà di collezionisti privati e della Cassa di risparmio di Saluzzo. Sarà aperta fino al 2 aprile del 2018, il sabato dalle 14,30-18, domenica e festivi 10,30-12,30 e 14,30-18. 

GIULIO BOETTO in sintesi

Giulio Boetto è nato nel 1894 a Torino, ma a trent’anni trasferisce la propria ricerca ai piedi del Monviso, lasciandosi alle spalle la fama che la grande città gli ha già tributato e il vorticoso dibattito sulle Avanguardie, che gli è sostanzialmente alieno. Tra la fine della Grande Guerra e gli Anni ’50, è uno dei più proficui e virtuosi interpreti della vita e del paesaggio piemontese (con cruciali incursioni in quello svizzero, romano, veneziano e ligure). Forte di una tecnica straordinaria - che lo distacca, nei suoi lavori migliori, da altri autori italiani dello stesso periodo - realizza anche numerosi ritratti di notevole fattura. Oltre che valente ritrattista, fu paesaggista ispirato da alpeggi e montagne, pascoli e mercati, scene di paese e di piazza.

UN PROGETTO IN DIVENIRE. Le opere del pittore sono quasi tutte custodite in collezioni private e importanti gallerie, tra cui la Gam di Torino e il Museo di Cuneo. Ma anche la famiglia Boetto è in possesso di una folta raccolta, tra cui figurano tele come “La casa del prete”, “L’albero della Cuccagna” e “Il gioco delle bocce”. I nipoti Giulia Boetto e Giosuè Boetto Cohen hanno espresso il desiderio che, con l’estinguersi degli eredi diretti, i quadri di proprietà divengano patrimonio di Saluzzo e dell’Italia. Il progetto di donazione, per volontà degli eredi, prevede - da subito - la messa a disposizione del pubblico di alcune opere attraverso eventi temporanei a cadenza biennale. Molto più di semplici esposizioni, saranno moderni percorsi multimediali articolati su quadri, fotografie, filmati e documenti destinati a integrare, accanto ai dipinti, il patrimonio espositivo donato alla città.

L’organizzazione ringrazia: Museo Nazionale del Cinema, Centro Storico FIAT, Fondazione Cineteca Italiana, Istituto Storico della Resistenza - Cuneo, Archivio Museo civico e Biblioteca di Cuneo, Archivio storico di Saluzzo. 

Vilma Brignone

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