Politica - 26 novembre 2017, 12:10

La calamità è davvero finita? Il futuro dei Comuni alluvionati (VIDEO)

Un anno dopo i tragici eventi del 2016, sono ancora numerosi i danni alle opere pubbliche e ai privati che devono essere sanati. I sindaci non si arrendono: a inizio dicembre scatteranno i sopralluoghi della Protezione Civile, mentre i parlamentari cuneesi pianificano una spedizione a Roma

Francesco Balocco, Enrico Costa, Mino Taricco e Marco Perosino: il futuro dei Comuni alluvionati passa anche dalle loro mani

Francesco Balocco, Enrico Costa, Mino Taricco e Marco Perosino: il futuro dei Comuni alluvionati passa anche dalle loro mani

Bandire la rassegnazione e giocare di squadra per il bene dei propri cittadini: questo è il diktat dei sindaci del Cuneese riunitisi a Ceva nella mattinata di ieri, sabato 25 novembre, presso la sede dell'Unione Montana Valli Mongia Cevetta e Langa Cebana, al fine di fare il punto della situazione a un anno di distanza dall'alluvione che ha flagellato la Granda.

Un incontro durato quasi due ore e capace di coinvolgere interlocutori di prestigio, fra i quali spiccano gli onorevoli Enrico Costa e Mino Taricco, il consigliere provinciale Marco Perosino e l'assessore regionale Francesco Balocco, intervistato in esclusiva da Targatocn.it.

"Quale sarà il nostro domani?" si sono chiesti gli amministratori, messi in allarme dal fatto che a breve cesserà lo stato di calamità, con tutte le conseguenze del caso (rallentamenti burocratici in primis): una domanda che ha trovato risposta nel corso del meeting, in cui è stata tracciata la strada da seguire nei prossimi mesi.

PROTEZIONE CIVILE - La buona notizia l'ha data il sindaco di Lisio, Marco Lombardi: "Il capo dipartimento della Protezione Civile, dottor Borelli, mi ha comunicato che ai primi di dicembre inizierà una serie di sopralluoghi sul territorio per valutare le criticità presenti". Un traguardo fondamentale, che consente di non archiviare anticipatamente una situazione che perdura quasi del tutto inalterata da dodici mesi.

PROROGA - Ciò che più inquieta, come ammesso dall'assessore regionale Balocco, è però "la difficoltà riscontrata nell'ottenere il prolungamento dello stato di calamità", ostacolo non di poco conto, che induce a "optare per una forzatura politica mediante il presidente Chiamparino per chiedere al premier Gentiloni una nuova proroga". Un obiettivo perseguibile in maniera affatto agevole e che, per giunta, "non porterebbe a ulteriori finanziamenti sulle opere pubbliche. A quel punto sarebbe meglio concentrarsi sui finanziamenti ordinari, estranei allo stato di calamità, che nel tempo possono anche essere ripetuti". Nonostante tutto, però, un tentativo sarà fatto.

SPEDIZIONE A ROMA - L'idea lanciata dall'onorevole Costa ha riscontrato il favore dei presenti: "Perché non organizziamo un incontro a Roma con una delegazione di tre sindaci per capire quali possibilità vi siano?". Recarsi direttamente nella Capitale per sensibilizzare dal vivo chi di dovere: un'intuizione che potrebbe anche rivelarsi vincente, soprattutto se godrà del sostegno di tutti i parlamentari cuneesi.

PRIVATI - La furia delle acque ha provocato danni ingenti anche a moltissimi privati, i quali, loro malgrado, non hanno visto un centesimo. A dare una speranza, tuttavia, è stato ancora Costa: "Esiste un fondo istituito 24 mesi fa e attualmente non destinato per gli eventi alluvionali degli ultimi due anni - ha affermato -. Può essere però sbloccato da una delibera del Consiglio dei Ministri: l'istruttoria è già stata avviata". Anche l'onorevole Taricco intravede possibilità di riuscita in tal senso: "Per una volta le risorse dovrebbero esserci - ha asserito -. Valuteremo in sede di legge di bilancio di fare qualche atto di indirizzo che lanci un segnale al Governo, affinché quest'ultimo dia indicazioni perché questi fondi siano resi disponibili".

INTERVENTI - Il punto sugli interventi è spettato al consigliere provinciale Perosino: "Stiamo cercando di accelerare, forse faremo un regalo natalizio a Saliceto intervenendo sulla frana. Stiamo lavorando anche sul ponte di San Bernardino a Garessio, che allargheremo e sistemeremo con le dovute tempistiche. Ci concentreremo poi sul ponte di Nucetto e sulla galleria di Upega, senza tralasciare la questione molto più delicata di Briga Alta".

DISALVEO FLUVIALE - Merita un capitolo a parte il disalveo dei fiumi, esigenza rispetto alla quale ha risposto l'assessore Balocco: "Subentra il tema della carenza di mercato per cedere il materiale anche gratuitamente in cambio del lavoro - ha raccontato -. L'unica possibilità è quella di stoccarlo, però attualmente la legge nazionale sui rifiuti considera questo materiale come tale dopo soli dodici mesi: va trovata un'alternativa".

VIABILITÀ E MANUTENZIONE - A redigere un bilancio verbale dell'incontro in landa cebana è stato lo stesso Balocco: "Le opere costruite dopo gli eventi del 1994 hanno retto e, pertanto, le conseguenze sono state molto meno gravi sia dal punto di visto delle vittime che dei danni. Altrettanto vero, però, è che sono emerse situazioni che devono essere definite con interventi a livello di argini e a livello di ponti, con particolare riferimento a quello di Garessio (ponte "Odasso", ndr). Si tratta ora di definire i progetti e individuare le risorse, aspetti su cui c'è grande attenzione da parte di tutte le istituzioni. Danni alla viabilità? Devono essere definiti in tempi brevi: abbiamo ancora Comuni come Briga Alta e Caprauna che stanno soffrendo situazioni quasi di isolamento. Importante, poi, la manutenzione: le risorse che la Regione sta ottenendo anche dallo Stato vanno adoperate per intervenire in modo significativo non tanto su nuove opere, ma soprattutto sulla manutenzione, utilizzando il nostro personale, a partire dai forestali, una risorsa che merita di essere valorizzata più di quanto non sia stato fatto fino ad oggi".

Alessandro Nidi

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A NOVEMBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
SU