Al Direttore - 31 gennaio 2018, 17:15

"Speriamo si avvii un dibattito sul futuro del sistema scolastico e di quello produttivo, oltre la mitologia del 'modello Cuneo'"

Riceviamo e pubblichiamo

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Tutte le analisi economiche sul "modello Cuneo" concordano da anni sul fatto che tra i principali punti di sofferenza del sistema economico e della società locali, vi siano il basso numero di laureati, il basso livello di scolarizzazione, l'abbandono scolastico sopra la media regionale.

Nonostante questi dati siano unanimemente considerati una seria minaccia incombente sul futuro del nostro territorio, in primis sulla propensione alla innovazione già piuttosto flebile, l'associazione degli imprenditori invita le famiglie ad abbandonare aspetti emotivi ed ideali e scegliere percorsi di studio professionali che li trasformino presto in operai specializzati.

Pur sorvolando su alcuni dati numerici curiosi, quale la richiesta di 40000 assunzioni su una popolazione attiva di 180.000 lavoratori, lascia sorpreso il totale scollamento della proposta rispetto alle esigenze formative di una “società della conoscenza” di cui gli stessi imprenditori talvolta parlano senza conoscerne le caratteristiche.

Il concetto di "specializzazione" cambia radicalmente di significato in un sistema economico e tecnologico in continuo mutamento.

Ciò che conta è la flessibilità mentale che solo un percorso di studi non puramente tecnico e l'adesione ad un modello di "long life learning" può fornire.

Resta il problema di creare percorsi formativi adeguati alla economia 4.0, cosa su cui l'Italia è in ritardo assoluto.

Nella creazione del nuovo "capitale umano" conta il lavoro ma anche la formazione di individui che sappiano godere della bellezza e della ricchezza di questo meraviglioso Paese e della sua cultura.

La formazione del cittadino consapevole e dotato di capacità critica passa attraverso l'istruzione e la cultura come dimostrano gli altri paesi europei che hanno dal doppio al triplo dei nostri laureati.

Ora questa presa di posizione di Confindustria è sulle prime pagine di quotidiani nazionali; speriamo si avvii un dibattito anche in città ed in provincia dato sul futuro del sistema scolastico e di quello produttivo, oltre la mitologia del "modello Cuneo".

Mauro Mantelli - Cuneo

Al direttore

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