Attualità - 12 aprile 2018, 06:44

Il dormitorio per i braccianti della frutta anima, e divide, il Consiglio comunale di Saluzzo

Il sindaco Calderoni illustra il progetto pensato all’interno dell’ex caserma Filippi. L’opposizione reagisce in modo non uniforme ed addirittura, a tratti, con contrasti interni

Il sindaco Calderoni relazione in Consiglio comunale

Il sindaco Calderoni relazione in Consiglio comunale

Dopo le conferenze stampa e le prese di posizione politiche, anche il Consiglio comunale di Saluzzo ha discusso, ampiamente, della possibilità di realizzare un dormitorio per i braccianti della frutta all’interno di parte dell’ex caserma Filippi, in zona borgo Maria Ausiliatrice.

L’assise di ieri sera (11 aprile) si è a lungo soffermata sulla questione, aperta dal sindaco Mauro Calderoni, che ha illustrato le tappe che hanno portato al progetto di un “dormitorio provvisorio temporaneo” da destinare “agli stagionali della frutta, e non ai migranti” ha detto.

Il primo cittadino si è avvalso di ricorsi storici: “Nel 1978 studenti universitari e lavoratori meridionali, accorsi nel saluzzese per l’occupazione stagionale agricola, avevano messo a ferro e fuoco la nostra zona e già allora si parlava di ‘tendopoli’ con 500 persone. Siamo di fronte ad un problema visto e rivisto, di cui, dal 2009, si parla di più, forse perché è cambiato il colore della pelle di chi arriva in città”.

Calderoni ha parlato di fronte all’intero Consiglio e ad una folta platea di pubblico, tra cui il deputato Flavio Gastaldi ed alcune rappresentanze di Carabinieri e forze di polizia.

Il sindaco è stato molto chiaro: “nel 2017 abbiamo detto ‘no’ ai campi, con i risultati che poi abbiamo visto tutti. Il Consiglio comunale tutto ha definito inaccettabile quanto successo lo scorso anno, e ci ha chiesto di intervenire. Ecco da cosa nasce il progetto del dormitorio, che punta a portare maggiore civiltà, dignità e sicurezza sia tra le persone ospitate che per i residenti”.

Tre sono le condizioni, dettate da Calderoni, per far sì che il dormitorio si realizzi. Servono risorse per sopperire alle spese di gestione e di allestimento della struttura: “Il Comune sta intervenendo sul tetto crollato, perché l’ex Filippi è un bene comunale, e può essere utilizzato anche per altri scopi”.

Sulla questione delle risorse, toccherà capire, come ha ammesso in primis il sindaco, se la Regione, dopo le parole del consigliere Paolo Allemano, davvero concretizzerà il contributo annunciato.

La seconda condizione necessaria è la presenza, 24 ore su 24 di un controllo in prossimità dell’unico accesso ciclopedonale al dormitorio, che si affaccerà proprio sul viale del Foro Boario dove negli anni scorsi sono nati i campi.

Senza controllo, rischiamo solo di spostare da fuori a dentro il campo dell’anno scorso, e non ce la sentiamo” dirà Calderoni. Al tempo stesso, il sindaco ha chiesto una massiccia presenza di forze dell’ordine, in particolare nei primi giorni di giugno quando il flusso di persone è maggiore.

La terza condizione imprescindibile – ha aggiunto il sindaco – è che l’apertura del dormitorio faccia venir meno qualsiasi altro campo spontaneo all’esterno della struttura”.

Nell’ex caserma Filippi il Comune pensa di posizionare letti a castello. Nella zona esterna, nel cortile sul lato che guarda al Foro Boario, troveranno posto zone di svago, un’area adibita alla preghiera, una “zona lavanderia”, bagni, docce, fornelli a gas e lavandini per le stoviglie.

Se la maggioranza è risultata compatta nell’appoggiare il progetto illustrato dal sindaco, le reazioni invece scaturite all’interno dell’opposizione consiliare, sono state differenti tra loro ed, alcune, addirittura in contrasto, come il botta e risposta tra Dario Miretti e Domenico Andreis circa le problematiche legate allo sfruttamento dei braccianti.

La perplessità emersa più volte è stata quella legata allo sgombero del dormitorio, al termine della stagione della frutta. “Se a fine stagione anche solo 200 di questi 400 ragazzi si rifiuteranno di lasciare la struttura – ha detto il neo consigliere Andrea Farinasarà un bel problema, visto che non siete stati in grado di gestire il fenomeno negli anni scorsi”.

Dario Miretti (Forza Italia): “La mia è una posizione nettamente contraria, Saluzzo deve farsi carico soltanto di chi lavora nel territorio della città, il problema va affrontato dalle aziende agricole e dalle associazioni di categoria. Questo dormitorio non lo trovo necessario”.

Siamo di fronte ad un vero e proprio spot per le vacanze. – ha detto Domenico Andreis (Lega Nord), sollevando i mormorii di pubblico e maggioranza, e costringendo il presidente Paolo Battisti a “richiamare all’ordine” l’assise – Sono scettico su come sgombererete il dormitorio e sul fatto che non si creeranno campi spontanei all’esterno, visto che si poteva già intervenire in passato e non è stato fatto. Così strutturato, il dormitorio può diventare un centro permanente per immigrati”.

Sul carattere “provvisorio” della struttura è nuovamente intervenuto il sindaco: “Non ci sono le caratteristiche: lo spazio vitale per le persone è tutto all’esterno, a dimostrazione della buona fede di chi dice che funzionerà solo fino a settembre”.

Più miti le posizioni di Danilo Rinaudo e Stefano Quaglia.

Il primo ha parlato di una “soluzione migliorativa” e di una struttura “che deve essere chiusa a fine stagione”, rimarcando l’importanza di “controlli e vincoli ben precisi per poter accedere al dormitorio”. “Chi non ha i requisiti – ha ancora aggiunto – non deve e non può accamparsi fuori dall’area: gli Enti preposti per prendersi le responsabilità esistono. Le forze dell’ordine ci sono”.

Al posto dei sindaci che si sono susseguiti in questi anni – ha sottolineato Quaglia – non avrei saputo cosa fare altrimenti. Siamo di fronte ad un fenomeno difficile da governare”.

L’ex sindaco ha aperto una parentesi poi ripresa anche dall’attuale primo cittadino Calderoni: “A Bolzano queste cose non succedono. Come si organizza dunque l’offerta di lavoro? E come si governa? Qui registriamo un vizio d’origine molto grave, e questo è l’aspetto che la politica deve rincorrere”.

Finchè il sistema di selezione prevede la presenza della manodopera sul posto, questo problema si riproporrà. – ha infatti proseguito il sindaco – Serve una regolamentazione diversa dell’ingaggio nel settore agricolo”.

Dall’opposizione è ancora intervenuta Daniela Contin: “Se continuiamo a dire che si tratta di immigrazione legata al lavoro in agricoltura, se ne facciano carico le aziende. Abbiamo paura di perdere voti? Io no. Se ne facciano carico coloro che traggono guadagni dal lavoro di queste persone. Il dormitorio non è una soluzione a lungo raggio, i problemi andavano gestiti diversamente”.

 

 

Nicolò Bertola

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