Progetti e ricerche all’avanguardia nel laboratorio di oncologia translazionale del Santa Croce, inaugurato nel 2006 nel presidio del Carle, un centro di ricerca scientifica d’eccellenza, in dialogo con tutto il mondo, realizzato e sostenuto dalla Fondazione onlus Arco. Tra questi, studi sull’immunoterapia che sta cambiando la storia di molti tumori.
"L’ha già cambiata in neoplasie come il melanoma metastatico - afferma Marco Merlano direttore della Struttura Complessa di Oncologia dell’Ospedale di Cuneo, know-how da ricercatore appassionato che ha potuto usare anche nel nosocomio cuneese, dove è arrivato nel 1997, con una formazione oncologica completata in prestigiosi atenei americani - Dieci anni fa, tra le persone affette da questo tumore a due anni dalla diagnosi ne viveva solo un il 5%. Oggi a distanza di 5 anni siamo oltre il 50%. Un bel passo avanti. Risultati importanti che purtroppo non abbiamo visto in altri tumori, ma che si spera raggiungere con diversi tipi di immunoterapia “.
In questa direzione un progetto all’avanguardia sul tumore alla mammella, condotto nel laboratorio cuneese, finanziato "in toto” dalla Fondazione Arco, diventata onlus dal 2009, nata nel 2005 proprio per portare la ricerca oncologica nel presidio cuneese, al servizio dei pazienti della Granda e della Regione e per dare un contributo alla lotta comune contro il cancro e guarire il maggior numero di malati.
Nel recente convegno mondiale di Chicago (ASCO) i medici cuneesi guidati da Merlano, hanno portato un aggiornamento sulla ricerca in questione. Riguarda la proteina TGF-Beta che ha un ruolo importante nel mantenere la normalità dei tessuti biologici, ma che, in determinate condizioni, può inibire la risposta immunitaria contro il tumore, facilitando anche l’insorgere di metastasi.
Partendo da studi scientifici giapponesi e americani, gli oncologi cuneesi hanno scoperto che un particolare farmaco usato nelle donne con tumore al seno, riduceva i livelli della proteina nel sangue e la malattia non progrediva più, restava ad uno stato di “congelamento ”- spiega la dottoressa Ornella Garrone responsabile del progetto. Nel caso in cui la proteina circolante aumentava, si assisteva anche ad una progressione della malattia e spesso ad una comparsa di metastasi .
“La possibilità di ridurre il livello della proteina che è un potente inibitore della risposta immunitaria, potrebbe facilitare il lavoro dei farmaci immunoterapici convertendo quelli che adesso sono “congelamenti della malattia” in vere risposte con impatti positivi sui risultati delle cure - aggiunge Marco Merlano - Stiamo inoltre studiando altri chemioterapici per verificare se possano agire sul sistema immune ed avere un ulteriore meccanismo d’azione positivo da sfruttare nell’ambito dell’immunoterapia dei tumori “.
I dati raccolti sono molto utili per il futuro, consentendo di individuare immunoterapici specifici nel trattamento del tumore alla mammella.
Per l’oncologia moderna, che dall’inizio del secolo ha fatto registrare grandi miglioramenti in termini di guarigione e aumento di sopravvivenza, è fondamentale un laboratorio di ricerca all’interno di un ospedale, accanto alla clinica.
Per questo il ringraziamento alla Fondazione Arco (creata da Chiara Astesano, Guido Bonino, Ornella Garrone, Marco Merlano, Maria Grazia Pettini, Mario Rosso e Franco Gasco) e a dirigenti "illuminati" che hanno fatto sì che nascesse.
E’ altresì importante il modus operandi che un ricercatore si porta nella pratica clinica, nella cura. “ Impari a fare il medico in modo più rigoroso con un paziente seguito all’interno di un protocollo di ricerca – sottolinea il direttore della S.C. di Oncologia Cuneo - Qui è imposta la regolarità e il metodo: visite a cadenze stabilite, effetto dei trattamenti misurati in modo costante, tossicità controllata, interventi medici aggiornati alle novità. Tutti i pazienti sono seguiti in modo ottimale, allo stesso livello. Un vantaggio per loro e per i medici sempre aggiornati e con disponibilità di farmaci innovativi”.
Ma se ci può essere un laboratorio all’interno dell’ospedale, questo non è finanziato da soldi pubblici ed ha costi alti. La ricerca scientifica costa!.
Il laboratorio translazionale al Carle esiste e va avanti grazie alla Fondazione Arco che promuove e raccoglie finanziamenti da grandi contributori: fondazioni bancarie, aziende, enti, malati che sono stati in cura, persone che comprendono il valore della posta in pallio e sono disposte a sostenerlo.
Grazie a questi impegni l’Oncologia di Cuneo è tra le più avanzate d’Italia e offre ai pazienti del territorio , non solo, le cure più innovative.
E’ il momento buono per donare il 5 x 1000 alla Fondazione ARCO – Cuneo C.F. 96070030042 o aiutare l’onlus nella ricerca con una donazione: IBAN: IT22O0335901600100000112425