- 31 agosto 2018, 18:35

L’ex prefetto di Cuneo, Patrizia Impresa, intercettata nell’ambito di una inchiesta sull’accoglienza dei migranti

Non è indagata. L’indagine si riferisce a quando era in prefettura a Padova. Impresa ora è a Roma, al Viminale. Dura la replica del ministro Salvini

Patrizia Impresa

Patrizia Impresa

Patrizia Impresa - ex prefetto della provincia di Cuneo, negli anni dal 2010 al 2013 - pur non essendo indagata, è finita nelle intercettazioni, nell’ambito di una indagine sull’accoglienza dei migranti.

“È vero che ne abbiamo fatte di porcherie, però quando le potevamo fare”. Sono queste le parole che il 14 aprile dello scorso anno, avrebbe pronunciato l’ex prefetto di Padova, Patrizia Impresa, in un dialogo con l’allora vice prefetto vicario di Padova, Pasquale Aversa, delegato ad occuparsi dell’accoglienza dei migranti.

La conversazione, diffusa oggi dal «Mattino di Padova», sarebbe stata intercettata dai carabinieri e sarebbe uno dei dialoghi finiti del rapporto conclusivo dei militari, parte integrante dell’inchiesta sulla gestione dell’accoglienza in Veneto.

Le indagini riguardano, in particolare, la cooperativa Ecofficina Educational poi Edeco che, proprio grazie all’accoglienza dei migranti, ha visto aumentare il proprio fatturato dal 2014 ad oggi. Come detto Impresa, che andò a Padova subito dopo Cuneo, non è indagata e da tre mesi si trova a Roma con l’incarico di vice capo di gabinetto del ministero dell’interno.

Sarebbero invece indagati la funzionaria della Prefettura Tiziana Quintario, attualmente a Bologna, e lo stesso Aversa, insieme ai capi della Edeco, Simone Borile, Sara Felpatti e Gaetano Battocchio.

In una conversazione telefonica, pubblicata oggi sempre dal quotidiano di Padova, riferita ad un problema di sovraffollamento del centro di San Siro di Bagnoli dell’ottobre 2016 e alle pressioni da Roma per alleggerirlo di alcune decine di unità, Impresa avrebbe detto ad Aversa: "Anche se dobbiamo fare schifezze Pasqua’... eh eh... no... schifezze... noi ci dobbiamo salvare Pasqua’... perché, ti ripeto, non possiamo farci cadere una croce che...”.

Duro il commento del ministro degli Interni Matteo Salvini: “Il governo di centrosinistra negava l’emergenza sbarchi, ma poi scaricava il problema sui prefetti e li costringeva a spostare i clandestini da un Comune all’altro - come nel gioco delle tre carte - per non irritare sindaci del Pd, ministri in visita o presidenti Anci del Pd. È il quadro vergognoso che emerge dall’inchiesta di Padova. Io, invece, voglio bloccare gli sbarchi e mi prendo tutte le responsabilità delle mie scelte. Se qualche funzionario ha sbagliato è giusto che paghi. Ma chi sono i mandanti politici di tutto questo?”

NaMur

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