Attualità - 19 ottobre 2018, 16:14

“Sarai sempre un grande amico, non smettere mai di brillare”: a Sanfront l’addio al 17enne Fabio Perlo

Amici, coscritti, compagni di scuola, e tanta, tantissima gente hanno preso parte alle esequie, a dimostrare come, in circostanze seppur tragiche e profondamente tristi, i piccoli paesi siano ancora capaci di stringersi in un’unica comunità

Foto di Nicolò Bertola

Foto di Nicolò Bertola

C’è un silenzio quasi surreale a Sanfront.

Mancano una quarantina di minuti all’inizio delle esequie di Fabio Perlo, il 17enne scomparso in seguito ad un incidente stradale, verificatosi a Paesana nella notte a cavallo tra lunedì e martedì scorsi.

Un silenzio segno di un paese costretto, ancora una volta, a fermarsi, a pregare, a riflettere sul senso di una vita che si spegne, a 17 anni.

A domandarsi come sia possibile morire negli anni più belli e “spensierati” della vita, a quanto sia “naturale”, per un padre ed una madre, piangere la perdita di un figlio.

In tanti se lo chiedono.

Alle 15, quando il feretro giunge sul sagrato della chiesa parrocchiale di San Martino, piazza Ferrero raccoglie tutte le persone giunte a dare l’ultimo saluto a Fabio. Amici, coscritti, compagni di scuola, e tanta, tantissima gente, a dimostrare come, in circostanze seppur tragiche e profondamente tristi, i piccoli paesi siano ancora capaci di stringersi in un’unica comunità.

Presente anche il sindaco Emidio Meirone, con buona parte dell’Amministrazione comunale, il gonfalone del Comune e la bandiera tricolore dell’Istituto “Cravetta-Marconi” di Savigliano, listati a lutto.

In chiesa, don Biagio Chiapello utilizzerà le parole del Vangelo e della Fede, nel tentativo di dare un “perché” a quanto successo.

“Siamo qui per dirci che non è finita - ha detto don Biagio - per celebrare la Vita. Non pensavamo oggi di trovarci qui, per dire a Fabio che gli vogliamo bene. - le parole del sacerdote durante l’omelia - Ora Fabio sta vedendo il Dio della Vita, sta facendo grandi progetti con Lui. Paolo scrive agli amici di Efeso, giovanissimi, che già si ponevano grandi interrogativi. Si chiedevano cosa stessero facendo, quale fosse la loro vita, il loro destino.

Interrogativi che ci poniamo anche noi oggi. Chi non si è chiesto come sia possibile, il perché di una tragedia così, in un paese già così martoriato da tanto avvenimenti simili? Questo interrogativo che abbiamo nel cuore trova solo la risposta qui, oggi, perché umanamente non c’è risposta.

Siamo stati fatti eredi di Dio. Sua eredità, veramente grande, di vita eterna, proprio come lui. Fabio sarà ancora diverso, quando lo rivedremo un giorno, proprio come il chicco di grano: non lo vedi ma vedi la pianta, che porta frutto. Sarà l’immagine di Dio vivente. Gesù dice ‘Slegate Lazzaro e lasciatelo andare’. Anche a noi dice questo, per Fabio. Slegatelo, non tenetelo qui, non potete più vederlo. Lasciatelo andare verso la Vita, verso il Compimento.

È duro, ma questa è la sua strada. Lo salutiamo con il cuore pieno di angoscia, per il momento che ci ha fatto male, ma gli diciamo grazie per tutto ciò che ha scritto di bene nella sua vita.

Per l’amore che hai avuto verso i tuoi amici, grazie per tutti i tuoi hobby belli che portavi nel cuore, con cui dimostravi dinamismo e capacità e grazie per tutti i momenti di fede vissuti col Signore. Ti lasciamo andare, vai in pace, troverai il tutto di Dio, il tutto della Vita. E noi ti rivedremo vivo nel Dio della Vita”.

Al termine della funzione, sono stati letti alcuni ricordi.

Per me non sei stato solo un cugino, ma il fratello minore che non ho mai avuto. - ha letto una cugina - Lasci un vuoto incolmabile, ma ci faremo forza esattamente con la tenacia che tu avevi. Voglio ricordarti con tutte le tue passioni, le tue passeggiate sui monti, la pesca, i funghi. Ti ricordo come ragazzo con passione per la vita, altruismo che solo tu avevi, sorriso contagioso. Pensarti libero. Proteggici e veglia su noi”.

“Ti abbiamo conosciuto quattro anni fa - le parole di compagni e insegnanti del “Cravetta-Marconi” - quando hai iniziato il percorso nella nostra scuola. Sempre seduto nel primo banco, vicino all’inseparabile amico Lorenzo. Ti abbiamo visto crescere, ci hai regalato sorrisi sinceri e gioiosi. Oltre allo studio, ci siamo confrontati anche sui piccoli e grandi problemi della vita. Ringraziamo il Signore per tempo concesso è trascorso con te”

“Non sembra vero eppure siamo già arrivati al capolinea. - il ricordo degli amici - Eravamo appena partiti ma c’è stato un problema. Fabio, ragazzo a cui la voglia di vivere non mancava, è il protagonista di questa storia. Si sa, i finali non sempre sono come vogliamo. Abbiamo delle domande che ci tormentano, ma resta solo il vuoto.

Non ci sono risposte, ma possiamo solo aspettare che la ferita sui cuori si rimargini e ci lasci il ricordo più bello. Eri semplice, generoso, genuino e puro. Ci mancherà la tua pazienza e bontà. Guardavi il mondo con gli occhi che tendevano a sdrammatizzare. Eri innamorato di un territorio magico, motivo per te di svago e divertimento.

Quell’angelo ci aspetterà in cielo, dove Fabio sicuramente sta già sfrecciando con la moto tra le nuvole, ma sempre con lo sguardo rivolto a noi. Sarai sempre un grande amico. Non smettere mai di brillare”.

Poi, gli auguri di don Chiapello a Marco e Luca, gli altri due ragazzi rimasti feriti nell’incidente, “che tutto sia Salvezza e guarigione”, e la preghiera del donatore.

Il pensiero va a quanti continueranno a vivere grazie al gesto di Amore incondizionato e di grande sensibilità della famiglia di Fabio.

Perché, forse, questo è l’unico modo per lenire parzialmente il dolore. Pensare che Fabio viva nel corpo di chi ha ricevuto i suoi organi.

Nicolò Bertola

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