Nelle ultime settimane ha destato scalpore, facendo parlare a lungo (in negativo) di sé la nuova legge regionale, più precisamente la numero 15 del 4 ottobre 2018 ed entrata in vigore 22 giorni più tardi, che vieta l'abbruciamento di materiale vegetale in Piemonte dall'1 novembre al 30 marzo.
Un provvedimento che, inevitabilmente, sta generando molteplici ripercussioni su quanti vivono in montagna e sopravvivono grazie ad essa, mediante un meticoloso lavoro di coltivazione, con particolare riferimento ai castagneti da frutto, che necessitano di costante pulizia.
Sull'onda lunga di questa protesta, si è innestata la reazione del Comune di Viola (val Mongia), che, su indicazione del sindaco di Priola, Luciano Sciandra, ha inteso avviare una campagna di raccolta firme al fine di ottenere il sostegno della cittadinanza e sensibilizzare la Regione sul tema.
A tal proposito, il vicesindaco violese, Danilo Donetta, ha precisato: "In riferimento alla nuova legge regionale, che vieta di bruciare foglie e rami dall'1 novembre al 30 marzo, il nostro Comune, al pari degli altri paesi limitrofi, ha pensato di promuovere una raccolta firme per la ridefinizione dell'articolo 10 della stessa, in quanto essa rischia di compromettere notevolmente l'economia e la sicurezza della montagna. Impedire l'abbruciamento di foglie e rami, infatti, significa creare un forte scompenso economico a quei pochi contadini e imprenditori che credono ancora nel nostro territorio, costringendoli a un lavoro ancor più duro, complesso e sicuramente meno remunerativo, portando così a un completo abbandono dei boschi e all'innesco di tutte le aggravanti, dal maggior rischio di incendi a quello idrogeologico. Auspichiamo di raggiungere il maggior numero di firme possibile, così da poter sensibilizzare al massimo i vertici regionali su quest'aspetto".
Un concetto reiterato e ampliato da Federica Raviolo, assessore al Turismo di Viola: "Il 15 novembre scorso abbiamo affrontato l'argomento presso il salone consiliare del Comune di Priola, dal cui primo cittadino è partita l'idea della raccolta firme. Dalla Regione non c'è stato alcun riscontro in merito alle richieste di amministratori e associazioni di categoria e neppure l'incontro fra i miei colleghi e l'assessore regionale Alberto Valmaggia, andato in scena presso la sede dell'Unione Montana, non è sfociato in modifiche alla legge in vigore; una legge che può avere un senso per i suoi caratteri di prevenzione in materia d'inquinamento, ma solo nei contesti urbani di città metropolitane, o per quanto concerne la necessità di scongiurare il rischio di incendi di tipo doloso, come accaduto negli anni scorsi in val Susa".
Dunque, non si tratta di un capriccio, ma di un'esigenza conclamata, come si percepisce dal prosieguo dell'intervento dell'assessore Raviolo: "Bruciare le foglie è il metodo più corretto per pulire i boschi e i castagneti da frutto e questa legge non fa altro che rallentare l'economia locale, basata principalmente sulla castanicoltura. Ci appelliamo al buonsenso dell'intera Giunta regionale, che conosce bene il nostro territorio e le nostre esigenze: questa legge taglia le gambe a chi vive in montagna e la protegge, la vive e la ama. Si tratta di persone esperte, che svolgono questo lavoro da una vita e si tramandano gli insegnamenti da molte generazioni. Oltretutto, aspetti negativi come questo finiscono per influire sull'umore di quei giovani che stanno ritornando a vivere e a lavorare in montagna, creando nuove aziende agricole".
Insomma, serve una deroga ed è il messaggio che gli amministratori violesi cercheranno di recapitare il più efficacemente possibile alla Regione Piemonte, con l'ausilio indispensabile degli abitanti, che potranno sostenere l'iniziativa comunale recandosi in municipio a firmare il documento.





