Se ci fermiamo al ballottaggio di ieri dobbiamo considerare, attingendo al linguaggio sportivo, che si tratta di un pareggio tra centrodestra e centrosinistra.
La Lega espugna Fossano con Dario Tallone, il centrosinistra mantiene la guida di Bra con Gianni Fogliato.
A Fossano perde un centrosinistra diviso; a Bra un centrodestra alle prese con analoghi problemi.
Se gettiamo uno sguardo su questa tornata amministrativa per quel che riguarda i maggiori centri della Granda, anche in questo caso si tratta di un pareggio: 2 a 2.
Alba e Fossano passano al centrodestra; Bra e Saluzzo restano nelle mani del centrosinistra.
Cercare un’interpretazione univoca del dato amministrativo del 26 maggio e dei conseguenti ballottaggi non è operazione agevole, specie per quel che concerne il centrodestra.
Dei quattro candidati sindaci espressione del centrodestra, la spuntano Carlo Bo (Forza Italia) ad Alba, che ha vinto al primo turno, e Dario Tallone a Fossano. Vengono invece sconfitte le due donne indicate dal Carroccio, Alessandra Piano a Saluzzo, battuta al primo turno da Mauro Calderoni e Annalista Genta a Bra, sconfitta ieri da Gianni Fogliato.
La Lega può esultare, ma senza trionfalismi perché su tre sindaci indicati ne porta a casa soltanto uno.
Come cambia, dunque, la mappa del potere amministrativo nelle “7 sorelle” del Cuneese dopo questo turno amministrativo?
Il centrosinistra perde due città importanti: Alba e Fossano.
Cade Alba, dopo dieci anni, e viene espugnata anche Fossano, la città di Beppe Manfredi, considerata un baluardo per il Pd e una sorta di icona per il mondo progressista cuneese.
Cuneo e Savigliano, che avevano votato nel 2017, restano appannaggio del centrosinistra con Federico Borgna e Giulio Ambroggio.
Resistono Bra e Saluzzo, dove Mauro Calderoni ha vinto al primo turno.
Per tornare alla metafora sportiva iniziale, possiamo riepilogare dicendo che il campionato, a questo punto, si conclude 4 a 2 ancora a vantaggio del centrosinistra, che pure – lo ribadiamo – perde posizioni rilevanti.
Non abbiamo conteggiato Mondovì perché, come noto, il carattere civico-trasversale dell’amministrazione di Paolo Adriano non consente un preciso inquadramento .





