Bra sul podio iridato. Ogni anno, artisti di tutto il mondo si danno battaglia a colpi di pennelli, aerografi ed effetti speciali per il titolo di campione al World Body Painting Festival di Klagenfurt, in Austria.
Uno show nato da un’idea di Alex Barendregt nel 1998 e che non ha mancato di stupire nemmeno il 12 e 13 luglio scorsi, con un’esibizione fatta di mille colori e tutto ciò che può servire a vestire corpi nudi di pura arte.
Vi hanno partecipato 200 professionisti, con 300 opere a sfilare nel capoluogo della Carinzia, in uno scenario naturale, quasi fiabesco. In questa edizione, a raggiungere il 3° posto nella categoria “Aerografo” è toccato al braidese d’adozione Emanuele Borello, in tandem con l’assistente Veronica Bottigliero.
L’evento si è svolto di fronte ad un pubblico che ha potuto godere di un trionfo di creatività, ma non solo. L’artista, originario di Verzuolo, è riuscito a conquistare la giuria internazionale, composta anche dai protagonisti del programma americano Skin War, visibile su Sky.
Merito di un talento cristallino, declinato in opere di alta concezione, realizzate con toni sgargianti, fluorescenti, accostate ai temi proposti per l’aerografo, uno strumento che Borello conosce bene, già dai tempi in cui era insegnante all’Istituto Velso Mucci: “Si tratta di una penna in cui si mette del colore che poi viene spruzzato sulla pelle mediante dell’aria. Di solito, si usa per decorare caschi, moto, eccetera. Ottimo per le sfumature, ma molto difficile per ricreare il dettaglio, specialmente su una modella che si muove”.
Prima di lui si sono piazzati solo Benoit Bottala di Guadalupe (terzo titolo consecutivo) in coppia con la pluricampionessa Houyam Hajlaoui a fare da assistente e poi la russa Julia Vlasova con Taisia Rebrova, tutti premiati dalla somma dei punteggi della due giorni di gara, come ci spiega lo stesso Emanuele Borello. “Avevamo sei ore per dipingere la modella e l’assistente può aiutare solo nelle prime tre. Il 12 luglio il tema era “Intergalactic Zoo” e la mia interpretazione rappresentava animali alieni liberi. Unico in gabbia era l’uomo, indicato come la più pericolosa delle creature, perché capace di uccidere i propri simili e distruggere il suo stesso pianeta”.
Stesso copione il 13 luglio, ma con tema diverso: “Clear Mind Clean Planet”. Continua Borello: “Frontalmente, ho rappresentato il bisogno dell’uomo di liberarsi da egoismo, pensieri intricati e paranoie. Nella parte posteriore, invece, partendo dalle caviglie, dove ho messo pompieri che spengono pozzi di petrolio in Kuwait, ho finito per rappresentare una donna cieca ed un bambino che guarda verso il deserto”.
Per il professionista piemontese dell’aerografo, che Bra aspetta di vedere all’opera nelle prossime gare in programma ad agosto in Corea del Sud e magari a settembre durante la kermesse di Cheese, l’ispirazione ha un nome ed un cognome: Sebastiao Salgado. “Tutte le immagini impresse sulle forme della modella sono scatti di questo fotografo brasiliano che ha vissuto nei luoghi più poveri del mondo per guerre e carestie, uscendo stremato nelle forze. Insieme alla moglie tornò nelle terre natie, dove il padre aveva una grande azienda di legname, trovando tutto desertificato. Da lì la decisione di affrontare una grande sfida: far rinascere la foresta. In pochi anni tornarono piante, animali, cascate d’acqua e anche la coppia ritrovò la felicità. Intanto, la fotografia di Salgado aveva cambiato rotta, spostando l’obiettivo verso la natura. 'Il sale della terra' è un film su Sebastiao Salgado che consiglio di vedere”.
Da parte nostra, consigliamo di dare un’occhiata su Facebook alla pagina Emanuele Borello bodypaint, oppure su Instagram all’indirizzo @emabodypaint. Il corpo statuario della modella romana Luisa Fioravanti, che ha dato vita alla sua creazione, è stato prontamente fotografato e condiviso: gli scatti lasciano senza fiato!







