Agricoltura - 26 ottobre 2019, 17:01

Inaugurato a Chiusa di Pesio il Centro Regionale di Castanicoltura del Piemonte: 150 varietà diverse di castagno lo rendono unico al mondo

Taglio del nastro alla presenza di tantissimi sindaci e amministratori del territorio. La mission del Centro: ridare vita a 200mila ettari di castagneti del Piemonte, oggi abbandonati e non produttivi con il coordinamento del Disafa dell'Università di Torino. E' stata anche scoperta una targa in memoria del compianto vicesindaco Andreino Ponzo

Inaugurato a Chiusa di Pesio il Centro Regionale di Castanicoltura del Piemonte: 150 varietà diverse di castagno lo rendono unico al mondo

È un centro unico al mondo per la ricerca e lo sviluppo della castanicoltura. Tanto che richiama esperti agronomi e forestali da ogni angolo della Terra. E trova sede in Regione Gambarello a Chiusa di Pesio, all'ombra della Bisalta.

Il primo albero venne piantato nel 2003, ma oggi, a 16 anni di distanza, è stato inaugurato in pompa magna il Centro Regionale di Castanicoltura del Piemonte. Tutto questo è stato possibile con gli interventi fatti grazie al progetto #CastagnoPiemonte, finanziato dal Programma di Sviluppo rurale della Regione.

Cosa lo rendo unico? L'arboreto con la collezione più grande che esista al mondo: oltre 150 cultivar provenienti dal territorio nazionale e dai principali areali castanicoli mondiali e cinque specie differenti di castanea (sativa, crenata, pumila, mollissima e dentata). A questo si aggiunge la sinergia tra gli enti territoriali e l'Università come ente di ricerca che qui ha un laboratorio a cielo aperto. Obiettivo è avviare programmi di miglioramento, studi e ricerche sulle problematiche e le potenzialità del castagno

Orgoglioso il sindaco Claudio Baudino: “Come primo cittadino e come chiusano non posso che essere onorato di ospitare nel territorio comunale un centro di castanicoltura così all'avanguardia. Negli anni abbiamo partecipato a progetti e ottenuto risorse. Grazie al progetto #CastagnoPiemonte abbiamo potuto rimodernare il centro. E poi sono state bandite borse di studio per tre giovani; e questi sono posti di lavoro. Cito il motto del prof. Giancarlo Bounous che è qui presente 'pensa globale e agisci locale'. Ebbene, questo centro, lo rispetta appieno”.

Presenti all'inaugurazione autorità, amministratori e cittadini. In prima fila il vicepresidente regionale Fabio Carosso, il presidente nazionale Uncem Marco Bussone, il presidente della Provincia Federico Borgna, i senatori Giorgio Bergesio e Mino Taricco, i consiglieri regionali Paolo Bongioanni e Paolo Demarchi, il presidente Uncem Piemonte Lido Riba, il presidente dell'Unione Montana Alpi del Mare Paolo Renaudi e Armando Erbì.


“Parte del riallestimento è stato possibile grazie alla Regione Piemonte
– ha dichiarato il vicepresidente regionale Carosso -. Questo centro è un fiore all'occhiello. La montagna è un tema che mi sta molto a cuore. È il vero motore di sviluppo della Regione Piemonte. La montagna deve essere vissuta, coltivata e sviluppata. La Regione vuole essere vicino alla montagna e farla crescere. Insieme all'assessore Protopapa vogliamo premiare chi utilizzerà nei filari di vigneti o meleti il legno di castagno. Questa potrebbe essere un'altra goccia che riempie il vaso”.

Il presidente della Provincia Federico Borgna: “La grande partecipazione a questo incontro segna l'attenzione del territorio sul tema castanicoltura. La valorizzazione della castagna è in fondo la valorizzazione di un sistema economico. La montagna è il giacimento dei beni più importanti: la qualità dell'acqua e dell'aria”.

“La coltura del castagno è fondamentale per il nostro territorio – gli fa eco Paolo Renaudi, presidente dell'Unione Montana Alpi del Mare -. L'abbandono degli ultimi decenni è stato devastante, andando a incidere sul rischio incendi e sul rischio idrogeologico. Ben venga un centro rinnovato che fa ricerca. Esprimo tutta la vicinanza e l'appoggio dell'Unione. L'augurio è che questa struttura sappia dialogare con il territorio dando risposte in termini di programmazione. Dobbiamo riportare i valligiani a lavorare in montagna”.

A parlare anche Ettore Bozzolo di Viola, uno dei “Custodi dei Castagneti” di Slow Food: “Per noi montanari è importante vedere la vicinanza dell'Università. A noi manca lavorare insieme, noi montanari siamo solitari. Dobbiamo fare comunità. Il castagno in fondo è pianta di comunità”

Non sono mancati gli interventi degli esperti. Per Carlo Grignani, direttore DISAFA Università di Torino “la parola chiave è agroecosistema”.

Giancarlo Bounous, FAO-CIHEAM Chestnut Liaison Leader: “Un centro come questo non esiste a livello mondiale. Abbiate fiducia nelle persone che seguono questo centro e che vi seguiranno. Qui avete le eccellenze mondiali. Dobbiamo cambiare l'idea che abbiamo della castanicoltura, sia da legno che da frutto”.

Gabriele Beccaro, coordinatore del Centro ha chiuso gli interventi: “Un'emozione per tutti noi. Il primo albero qui è stato piantato nel 2003. Fare l'inaugurazione ci sembrava strano ma in fondo non l'avevamo mai fatta. Oggi abbiamo raggiunto risultati importanti anche grazie alle amministrazioni che ci sono state vicine, in particolare la Regione”.

La mission del Centro: ridare vita a 200mila ettari di castagneti del Piemonte, oggi abbandonati e non produttivi. Dove frutto e legno oggi non vengono "raccolti". Pezzi di bosco non gestito, che è cresciuto senza organizzazione e pianificazione. Le attività del Centro sono orientate a fornire risposte scientifiche e tecniche alle problematiche della castanicoltura, contribuendo a rilanciare il settore produttivo, a migliorarne la competitività e valorizzare il castagno come albero da frutto, da legno e componente caratterizzante degli ecosistemi montani e pedemontani.

Ora si punta a generare valore ambientale, economico, sociale grazie ai castagneti, "albero del pane" da custodire e valorizzare, pezzo di economia della montagna viva. Il Disafa dell'Università di Torino è mente e braccio del percorso di valorizzazione, Uncem vettore di promozione e informazione, con il Comune e le Unioni montane del territorio cuneese. Un'attività che fa scuola in Italia e nel mondo.

Dopo il taglio del nastro è stata anche scoperta una targa in memoria del compianto vicesindaco Andreino Ponzo, scomparso nel giugno 2018 a causa di un incidente stradale. "Al dott. Andreino Ponzo. Caro amico, promotore dello sviluppo della cultura del castagno e amministratore illuminato"

 

cristina mazzariello

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