Attualità - 29 ottobre 2019, 09:00

Piano e Bachiorrini interpellano il sindaco sul Tribunale di Saluzzo. Calderoni “Ho riferito in Consiglio, passaggio inutile e dannoso”

Sull’edificio gravano due mutui, con scadenza 2023 e 2035. I due membri d’opposizione chiedono lumi al sindaco sui finanziamenti. Ma il primo cittadino replica: “La domanda dovrebbero farla al Ministero, perché i mutui sull’immobile non sono in capo al Comune”

Il Tribunale di Saluzzo

Il Tribunale di Saluzzo

Nuova interpellanza in merito alla situazione di stallo del Tribunale di Saluzzo.

Il documento è stato inviato al presidente del Consiglio comunale cittadino – Enrico Falda – dai firmatari Alessandra Piano e Fulvio Bachiorrini, membri d’opposizione.

LA STORIA

Nell’interrogazione vengono ripercorse le tappe della vicenda, ormai note.

Lo stabile che ospita il Tribunale di Saluzzo, in seguito all’accorpamento con Cuneo, è utilizzato in parte: 1700 metri quadrati su 6180, occupati dagli uffici del Giudice di Pace e dall’archivio di Tribunale e Procura di Cuneo.

Un bene prezioso, di cui il Comune vuole tornare in possesso (per la parte inutilizzata, s’intende). L’ultima richiesta formale risale all’anno 2017.

Dal canto suo, però, il Ministero ha comunicato di non poter accogliere le istanze del Comune. Il motivo? Sull’edificio gravano due mutui, da 464.811 euro e da 2.582.284 euro. Il primo, del 2003, con scadenza nel 2023. Il secondo, più vecchio, contratto nel 1994, con scadenza nel 2014.

Quest’ultimo, però, è stato rinegoziato dallo Stato, con la posticipazione del termine nel 2035.

“Il contraente del mutuo rinegoziato e posticipato 2035 è il proprietario dell’immobile, ovvero il Comune di Saluzzo, al Ministero competono gli oneri di ammortamento dei mutui” scrivono i consiglieri.

Che, inoltre, fanno riferimento alla Legge 119 del 30 marzo 1981: “Nel caso in cui i mutui concessi siano stati estinti per essere stati gli obblighi derivanti dal finanziamento interamente assolti nei confronti della Cassa Depositi e prestiti, l’immobile può essere destinato dall’amministrazione interessata a finalità diverse dall’edilizia giudiziaria previo parere favorevole del Ministero di Giustizia”. Tradotto: se le cose stanno così sino al 2035 non si potrà ottenere un riutilizzo del tribunale.

“Il 2 dicembre 2016 – continuano i consiglieri di minoranza – è stato siglato il protocollo d’intesa tra il sindaco di Saluzzo e il direttore generale dell’Asl Cn1, Francesco Magni, per l’utilizzo dei locali dell’ex Tribunale di Saluzzo.

Inoltre, l’Amministrazione comunale ha intenzione trasferire la Polizia stradale, sotto sfratto da anni, proprio nell’ex Palazzo di Giustizia”.

L’interpellanza rievoca anche l’ultimatum che proprio il sindaco Mauro Calderoni aveva lanciato a dicembre del 2018: “Senza una risposta dal Ministero di Giustizia, entro 30 giorni dalla presente, l’Amministrazione comunale assumerà le iniziative che riterrà necessarie per adibire l’immobile non utilizzato agli scopi indifferibili ed urgenti e di pubblico interesse sopra descritti”.

L’INTERPELLANZA

Fatte le dovute premesse, considerando che “attualmente il fabbricato versa in condizioni di degrado preoccupante, con presenza di infiltrazione di acqua piovana”, Piano e Bachiorrini chiedono al sindaco di “conoscere, in merito ai due mutui in essere sul fabbricato dell’ex Tribunale, in primo luogo la posizione contrattuale del Comune di Saluzzo, anche in relazione alla rinegoziazione del mutuo in scadenza nel 2035. In secondo luogo, la situazione contabile alla data odierna del piano di ammortamento di entrambi i finanziamenti”.

Inoltre, i due esponenti di opposizione vogliono “sapere se siano state intraprese, e quale sia lo stato attuale, delle iniziative nei confronti del Ministero di Giustizia ipotizzate dal sindaco con la comunicazione del 12 dicembre 2018”.

In attesa che l’interpellanza venga discussa in Consiglio, abbiamo già interpellato il primo cittadino sulla vicenda.

La prima domanda – ci ha detto Calderoni – gli interpellanti dovrebbero farla al Ministero, perché i mutui sull’immobile non sono in capo al Comune.

Circa la seconda, è tutto noto perché ho sempre riferito in Consiglio. Mi pare un passaggio ridondante se non del tutto inutile. Addirittura dannoso, quando lascia intendere che Saluzzo non sia compatta nel pretendere la restituzione dell’immobile.

In fondo, non è che si cambia atteggiamento quando cambiano le maggioranze di Governo”.

Nicolò Bertola

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