Nominare entro un massimo di due mesi un commissario straordinario che si occupi dei (tanti) fronti aperti relative alle infrastrutture del territorio della provincia di Cuneo e, nella stessa finestra di tempo, convocare un consiglio comunale aperto sulla tematica: sono queste le richieste che la consigliera Laura Menardi (Grande Cuneo) ha presentato in consiglio comunale nella serata di ieri (lunedì 17 febbraio).
Presentando il documento Menardi ha sottolineato la realtà di una provincia che convive da tempo con conclamate emergenze infrastrutturali, e ricordato come nell’aprile scorso l’ex viceministro Rixi (in un convegno organizzato da Confartigianato Cuneo) avesse promesso la nomina di un commissario straordinario, mai avvenuta: “Una figura di questo tipo aiuta a velocizzare i passaggi burocratici – ha detto la consigliera portando a esempio Luca Bucci, commissario straordinario e sindaco di Genova - e a sbloccare in tempo utile i cantieri: la provincia, anche e soprattutto economicamente, sta pagando le lungaggini da troppo tempo”.
La votazione dell’ordine del giorno, però, si è risolta in un nulla di fatto: il documento è stato respinto.
Particolarmente critici nei confronti della proposta l’assessore Mauro Mantelli e il sindaco Federico Borgna, che concordano (assieme al consigliere Nello Fierro) su un punto in particolare: la convocazione di un commissario straordinario rappresenta un’abdicazione della politica rispetto a questioni delle quali è stata incaricata dai cittadini di risolvere.
“Quello del commissario è uno strumento utilizzabile in casi specifici e singoli, ma su questioni prive di un aspetto discrezionale così forte non è necessario – ha detto Mantelli - . La stampa locale ha riportato il nuovo avvio dei lavori al “Tenda bis”, per esempio. Cosa è successo? Semplice: è intervenuta la politica, nella persona del sottosegretario Margiotta, che è riuscito a scongiurare la possibilità di una nuova gara (cosa che un commissario straordinario non avrebbe potuto fare)”.
“È, insomma, una soluzione inadeguata, ai nostri problemi: come rappresentanti della politica dovremmo pensare a fare il nostro dovere. Il blocco dell’Asti-Cuneo è dovuto al fatto che il governo giallorosso ha gettato alle ortiche un accordo con l’Unione Europea per tentare una strada di cui ancora adesso non conosciamo la fine; non è stata colpa della burocrazia, ma di certa politica che punta unicamente al raccogliere consenso e non alla risoluzione dei problemi” ha concluso l’assessore.
“Credo non sia accettabile immaginare che una figura tipicamente emergenziale, perfetta in un caso come il crollo del ponte “Morandi”, debba risolvere le lentezze delle nostre infrastrutture – ha aggiunto il sindaco e presidente della provincia - . Abdicare alla logica della prevalenza della politica nella programmazione e nella realizzazione delle soluzioni ai problemi non è fare un buon servizio alla nostra comunità: convocare il commissario spoglia il territorio di voci importanti”.
“Il tema del consiglio aperto è molto serio: non serve, però, che sia rivendicativo, lamentoso... credo possa essere utile per aprire un dibattito tramite cui ragionare di programmazione, di futuro con un approccio costruttivo” ha aggiunto Borgna.
“Invece di ragionare di misure straordinarie serve più impegno politico: i ritardi ci sono e le rivendicazioni ci stanno, ma non possiamo arrenderci alla rassegnazione e rinunciare al giocare un ruolo il più possibile attivo”.





