Agricoltura - 03 giugno 2020, 18:12

Caricato da un cinghiale nel suo noccioleto di Alba: Coldiretti chiede piani di prelievo selettivo

Per l’organizzazione agricola nella nostra provincia la fauna selvatica è causa di danni all’agricoltura per 700mila euro l’anno, mentre gli ungulati sarebbero responsabili di una media di 200 incidenti stradali

Caricato da un cinghiale nel suo noccioleto di Alba: Coldiretti chiede piani di prelievo selettivo

Giugno si è aperto con un altro incidente, l’ennesimo, causato dalla fauna selvatica: il 1° giugno ad Alba un giovane agricoltore è stato caricato da un cinghiale nel suo noccioleto cavandosela con 5 giorni di prognosi (qui l’articolo con cui ne davamo conto).

“Ancora una dimostrazione – commenta il delegato confederale di Coldiretti Cuneo Roberto Moncalvoche evidentemente i piani di contenimento messi in atto non sono sufficienti”.

Dal 16 maggio si è riaperta la possibilità di praticare la caccia di selezione, assolutamente necessaria dopo che, col lockdown, i territori sono stati meno presidiati e la fauna selvatica si è presa ulteriori spazi. “Sono, però, necessarie misure straordinarie e ribadiamo l’urgenza che tutti gli Atc e i Ca della nostra Provincia provvedano rapidamente a redigere i Piani di controllo selettivo e a procedere poi responsabilmente all’effettiva realizzazione al fine di contenere i danni sul territorio”, dichiara Moncalvo.

È urgente invertire il trend – rimarca Coldiretti Cuneo – che nella nostra Provincia vede superare quota 700mila euro all’anno l’ammontare dei danni all’agricoltura provocati dalla fauna selvatica, il 63% dei quali imputabile a cinghiali, responsabili anche di 200 incidenti stradali dichiarati in media ogni anno dai cuneesi.

Oltre alla sicurezza dei cittadini, in gioco ci sono i raccolti delle nostre campagne che, ancor più in questa fase, rappresentano una fonte di approvvigionamento alimentare importante e sono il frutto di un lavoro che non si è mai fermato, nonostante le difficoltà del periodo. “Perdere tutto ciò adesso – conclude Moncalvo – sarebbe un doppio danno, in un momento in cui le imprese agricole necessitano ed auspicano un’effettiva ripresa dei mercati”.

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