Avrà inizio alle 17 di oggi, giovedì 30 luglio, la seduta aperta che il Consiglio comunale albese dedicherà alla chiusura della Stamperia Miroglio di Govone.
Convocata dal presidente dell’assemblea Domenico Boeri su sollecitazione dei gruppi di minoranza, l’incontro arriva in una fase particolarmente critica della trattativa che azienda e sindacati hanno avviato all’indomani della decisione con la quale, lo scorso 7 luglio, la multinazionale tessile ha deciso di fermare le lavorazioni dello stabilimento.
Nel suo quarto incontro, tenutosi martedì, la trattativa che riguarda la sorte dei 151 dipendenti si è infatti interrotta sulla decisione dell’azienda di non avanzare la richiesta di cassa integrazione straordinaria per cessazione fintanto che non si troverà l’accordo su un'intesa che regoli l’intera vertenza. Un punto inaccettabile per sindacati e lavoratori, che dall’azienda si attendevano un passo in avanti anche sulla misura della buonuscita (7.500 euro lordi) finora offerta ai lavoratori.
"Il tavolo è sospeso e per ora non ci siamo dati nuovi appuntamenti – spiegano Vito Montanaro (Uiltec Uil), Angelo Vero (Femca Cisl) e Maria Grazia Lusetti (Filctem Cgil) – e in queste ora stiamo valutando il da farsi. La cassa straordinaria per Covid ha coperto i lavoratori sino allo scorso 25 luglio, mentre in questa settimana gli addetti hanno usufruito di ferie arretrate. Dal 1° agosto saranno invece privi di coperture, per cui stiamo valutando se essere noi a presentare al Ministero dello Sviluppo Economico la richiesta per la concessione della cassa integrazione straordinaria per cessazione. Certo speravamo di non dover arrivare a questo punto, che fosse possibile arrivare alla definizione di un pacchetto che permettesse di condividere il peso di questa crisi, tenendo in giusta considerazione i tanti anni di impegno che questi lavoratori hanno prestato in azienda e l’estremo senso di responsabilità col quale hanno affrontato questo momento".
Temi che verranno aggiornati nel corso seduta di Consiglio in programma per oggi pomeriggio. Un’assemblea che, nell’impossibilità di garantire l’accesso del pubblico alla sala stante le norme sul Covid-19, verrà trasmessa sul canale YouTube del Comune e su un maxischermo montato sotto i portici del municipio.
LA LETTERA APERTA DI MARELLO
Un appuntamento in vista del quale si registra anche il duro appello che il consigliere regionale Maurizio Marello, per dieci anni sindaco della città, ha rivolto alla famiglia industriale albese tramite una lettera aperta.
Un messaggio col quale Marello riconosce nella Miroglio "un’azienda storica dell’Albese, che ha contribuito a sollevare dalla povertà il basso Piemonte langarolo. Proprietà di una famiglia con una storia prestigiosa, con volti, persone stimate, apprezzate e amate. Una famiglia che però – stigmatizza l’esponente Pd –, incomprensibilmente, ha deciso di abdicare. Di nascondersi. Di comportarsi come le multinazionali anonime che stanno imperversando sul pianeta".
"Ci possono essere state difficoltà – prosegue Marello –, difficili congiunture, ma in una famiglia autentica ci si dice sempre la verità. Purtroppo la famiglia Miroglio non ha avuto fino in fondo il coraggio della verità, quello di metterci la faccia, ricambiando quella stima e fiducia che Franco e Carlo Miroglio avevano conquistato non solo creando un piccolo 'impero industriale', ma essendo sempre veri e credibili agli occhi dei dipendenti e del territorio di Alba, Langhe e Roero, anche quando hanno dovuto prendere decisioni dure e impopolari".
"Spero di essere smentito – conclude Marello – . Spero che ci sia un sussulto di dignità. Spero che la storia della Miroglio tessile possa ancora avere un futuro. Spero che i 150 lavoratori e le loro famiglie possano essere considerati per quello che sono".






