Anche la provincia di Cuneo fa i conti con la nuova ordinanza emanata ieri dal ministro della Salute Roberto Speranza a seguito del vertice con i rappresentanti delle Regioni.
Entrato in vigore da oggi, lunedì 17 agosto, il nuovo documento intende dare una "stretta" ai luoghi in cui non è possibile mantenere il distanziamento sociale. Quelli della movida in "primis". La nuova norma si è ripercossa sui locali da ballo e sulle discoteche per cui ne è stata emanata la chiusura su tutto il suolo nazionale.
Si tratta di un comparto che nella provincia di Cuneo conta circa una ventina di esercizi e diverse centinaia di lavoratori.
"Non ci sentiamo responsabili. Non ci sentiamo responsabili". Ci tiene a ripeterlo due volte Federica Toselli presidente Silb Cuneo, consigliere nazionale Silb, l’ente che rappresenta le imprese di intrattenimento da ballo e di spettacolo e titolare insieme al fratello della storica discoteca Evita di Cavallermaggiore.
Il commento è relativo allo stop ai locali da ballo a partire da oggi e che prevede la sospensione dell'attività fino al 7 settembre.
In Piemonte il via libera era stato dato il 9 luglio per i locali all'aperto.
"Prendiamo atto del provvedimento - continua Federica Toselli - basato su un aumento dei contagi, ma non ci sentiamo responsabili, le nostre attività hanno lavorato al pari di altri settori della società: la gente vive a contatto e spesso si assembra in ogni dove da due mesi a questa parte. In spiaggia, al bar, per strada, ovunque e le attività rimangono aperte".
Secondo il presidente Silb la situazione è chiara, "la discoteca è il grande capro espiatorio. Abbiamo sanificato, tracciato, imposto regole come tutti ma non è bastato perché ora i responsabili dell’avanzamento del virus siamo noi, i giovani e le vacanze. E’ un provvedimento che accettiamo, ma staremo attenti. Staremo attenti ai numeri nei prossimi giorni e agiremo di conseguenza".
Mentre per quanto riguarda le ricadute economiche: "Siamo chiusi da febbraio - continua - per quanto riguarda i miei lavoratori pochi han preso la cassa integrazione, io ho potuto pagare poche mensilità ma rimangono affitti e tasse come per tutte le altre persone che lavorano in altre realtà imprenditoriali. Quello nei nostri confronti è un pregiudizio vergognoso, come in ogni realtà ci possono essere pecore nere, ma sono dei casi. Se un insegnante non è all’altezza il provvedimento sarà preso nei suoi confronti non nell’intera categoria, lo stesso dovrebbe valere per gli altri, noi compresi".
"Noi imprenditori - conclude - di discoteche facciamo rispettare le regole, c’è chi le viola, ma la colpa è di quella persona".





